Già abbiamo fatto un cenno alla
didattica laboratoriale intendendo questo modo di fare scuola non come spazio fisico, ma come l'integrazione di due spazi, fisico e mentale, dove il secondo è certamente prevalente, in quanto riferito al modo di porsi rispetto al rapporto insegnamento/apprendimento e apprendimento/insegnamento, in mezzo al quale stanno i "
mediatori".E' opportuno ribadire che anche l'insegnante è a sua volta mediatore, in quanto è evidente che egli sta tra il sapere e l'alunno, per questo vedremo che l'atteggiamento con il quale si pone è fondamentale perchè vi sia apprendimento, cioè modificazione delle conoscenze dell'alunno.
I mediatori possono essere di diverso tipo:
- mediatore simbolico il più conosciuto e più usato; per capirci è quelllo delle lezioni frontali espositive, affinche sia efficace e non si rischi di perdere l'attenzione di chi ascolta ha necessità di feed-back continui, di richiami, di uso continuo di parafrasi e esempi esplicativi. Queste aggiunte sono maggiormente necessarie quanto più si abbassa l'età di chi ascolta. I rischi di questo mediatore sono i problemi di codifica e di decodifica, pertanto occorre essere sicuri che il linguaggio sia compreso; spesso si corre il rischio di cadere nel nozionismo.
- mediatore iconico rintracciabile oltre che nelle immagini anche nelle tabelle, nei grafici, nei diagrammi, nelle mappe, è quello maggiormente vicino alla realtà, perchè immediatamente percebibile all'occhio, possiede una portata informativa limitata.
- mediatore analogico rintracciabile nei simulatori di situazioni reali, consente di evitare la dispersività e la pericolosità di situazioni reali. Non è applicabile a tutti i campi del sapere.
- mediatore attivo è rintracciabile nell'esperienza diretta, il cosidetto "lerning by doing", imparare facendo, dove il contatto con la realtà è continuo e diretto, facilità l'incentivo della motivazione, mediatore e protagonista dell'apprendimento sono in gran parte coincidenti. Presenta problemi di fattibilità e di mantenimento dell'autenticità dell'esperienza.
La didattica laboratoriale è in qualche modo l'esito di tutti questi mediatori, in quanto finalizzata "all'educare al comprendere", pertanto si traduce anche in spazio fisico perchè luogo di conferma di teoria e di addestramento pratico. Il laboratorio pertanto è assumibile a metodo di lavoro, in grado di coniugare teoria e prassi in uno spirito di problematizzazione, ricerca e progettazione di soluzioni. Il passaggio da spazio fisico a spazio culturale attivo e dinamico capace di arricchire e diversificare la lezione scolastica tradizionale è brevissimo: siamo in pieno nella didattica laboratoriale.
L'attività didattica diventa luogo della criticità interpretativa e e della creatività produttiva.
L'insegnante è regista in un ambiente di apprendimento integrato: propone, fa utilizzare e utilizza i diversi mediatori didattici.
Il sapere smette di evolversi in maniera verticistica, ma prende forma reticolare, in quanto si integra con il sapere degli alunni, parte da esso, e ad essi fà riferimento in quanto protagonisti dell'arrichimento del loro stesso bagaglio di apprendimento. Il docente qua deve essere abile nel mantenere il rigore scientifico e proprorre una continua verifica dei contenuti, considerata la molteplicità delle fonti odierne. Pertanto i paradigmi sono costrutti provvisori, integrabili, modificabili: trame in continua evoluzione.
Per maggiore completezza si può brevemente indicare ogni fase e l'evento psicologico scatenante:
Momento iniziale | 1) Fase della problematizzazione | Attivazione della motivazione. Generazione del conflitto cognitivo |
| 2) Fase della focalizzazione dell'attenzione | Si origina il disorientamento. Analisi del problema e scelta degli obiettivi. |
Momento centrale | 3) Fase della ricerca | Esplorazione, selezione e scelta. Attivazione dei processi creativi. |
| 4) Fase del confronto critico | Attivazione di capacità critiche e logiche. |
Momento finale | 5) Fase della codificazione e cominicazione di "soluzioni" | Processi di codifica e transcodifica. |
| 6) Fase dell'analisi critica delle codificazioni | Analisi dei prodotti di codificazione. |
In buona sostanza si può riassumere come segue l'impostazione da seguire per organizzare un attività didattica di tipo laboratoriale. Per definire una pista di lavoro che renda gli alunni protagonisti occorre:
- Definire il problema
- Analizzare i bisogni e le risorse disponibili
- Raccogliere le informazioni e definire gli obiettivi
- Organizzare e realizzare le azioni
- Monitorare l'intervento
- Realizzare un prodotto (sito web, ipermedia, pubblicazione scritta, mostra)
- Valutare i risultati
La stessa procedura vale sia per una semplice ricerca che per realizzare qualcosa di dimensioni maggiori. Si tratta di metodologia, molte sono le strade che si possono seguire, ma se ripensiamo a come sono cresciuti gli alunni di oggi, la didattica laboratoriale ci sembra uno degli strumenti privilegiati per assecondare il loro modo di imparare, che è multiprospettico, ma anche la strada per mettere ordine nelle numerose conoscenze del quale essi dispongono, troppo spesso purtoppo disorganizzate.
Fonte: Corso di formazione ISS, docente Prof. Walter Campana
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