Di intelligenza emotiva si parla sempre più spesso, intendendo con essa la capacità di saper superare la frustrazione, il conflitto, la difficoltà nella relazione. Il primo a parlare dei diversi tipi di intelligenza fu H. Gadner allorchè ci si rese conto che persone con un Quoziente Intellettivo (QI) elevato si affermavano nella vita in maniera mediocre o addiruttura scarsa. Oltre a sette tipi di intelligenze individuò anche quella emotiva, che fu però ripresa e sviluppata in maniera ampia da D. Goleman. In buona sostanza molta parte della nostra possibilità di affermazione in ciò che facciamo dipende da come lo affrontiamo, cioè da quanto permettiamo ad un ostacolo di minare la nostra volontà di riuscita, volontà di riuscita che accresce maggiormente attraverso la qualità delle nostre relazioni sociali. A loro volta le nostre relazioni sociali sono direttamente influenzate dalla nostra capcità empatica, la capacità di "sintonizzarsi" con le emozioni altrui di concepirle e viverle pur essendo noi altra cosa rispetto agli altri.
Va da se che nella scuola non è possibile proprorre apprendimento e crescita dei bambini senza tenere conto di questi aspetti nell'individuo. A maggior ragione trattandosi di bambini, che l'autocontrollo, la motivazione, l'autostima e la capcità empatica la devono costruire. Nessuno credo neppure i genitori, ha la possibilità di incidere su questi aspetti sociali della crescita della persona umana come un insegnante, un educatore non solo a scuola ma anche in palestra, all'oratorio, dove si fa vita sociale.
Ecco perchè le nostre attività devono contenere riferimenti continui e costanti allo sviluppo della Intelligenza Emotiva.
Noi lo abbiamo fatto con questo Treno della posta. Serve a comunicare coi i compagni, con gli insegnanti i sentimenti, le perplessità, i bisogni, un problema, un dubbio che non si vuole dire a voce; serve a sollecitare nei bambini le emozioni che suscita lo stare a scuola a esplicitare e possibilmente razionalizzare le difficoltà che in un gruppo inevitabilmente si originano. Quindi l'intelligenza emotiva non nega la difficoltà non la annulla, fa della difficoltà al contrario, un punto di forza che si esprime nella capacità di superamento, l'accettazione, il dialogo, il saper comprendere l'altro perchè anche noi ci siamo trovati in quella posizione o possiamo trovarci. Ci aiuta a superare la logica oppositiva presente nei bambini i quali ritenendo di aver subito un torto non riescono ad andare oltre e continuano a incamerare rabbia e frustrazione. Per l'insegnante come sempre occorre in questo caso la capacità di sapersi mettere in discussione, di tornare sui suoi passi se sbaglia, saper accettare il confronto e la critica anche perchè è il primo esempio.
Vi occorrono dei.
- Fogli colorati A4
- Cartonicno marrone per le ruote
- piccoli ritagli per i ganci dei vagoni
- nuvolette o cuoricini (i miei sono riciclati dal lavoretto per la festa della mamma)
- Foto o disegni del volto dei bambini
- buste trasparenti da fissare al muro per imbucare
5 riflessioni:
Ho letto con molto interesse quello che hai scritto.
Personalmente no so quale categoria di intelligenza mi appartiene.
Mi piacerebbe saperlo.
na cosa è certa che in ogni discussione mi sono sempre messa in discussione in prima persona, anche con i figli e con i ragazzi.
Bello il treno.
Un bacione
Anche tu come tanti prima di dare al colpa ad altri di ciò che accade si pone sempre prima la domanda "ho forse sbagliato qualcosa io?" E' una grande capacità di trovare prima in se le eventuali risposte e saper ripercorrere i passaggi. Non è partire sconfitti in partenza anzi il contrario è la tipologia di persona che sa mettersi meglio in relazione con l'altro perchè non è mai pronta ad accusare piuttosto a cercare assieme un punto di incontro ed una soluzione, è propositiva e costruttiva.
Un bacione
Si il treno è bellissimo ^__^ e l'abbiamo costruito in mezz'ora.
Carissima è molto importante ciò che affermi per la crescita armoniosa e integrale dei bambini.
Per loro, oltre ad essere insegnante, ero confidente.
Quando subivano un torto oppure avevano bisogno di aprirsi mi dicevano : maestra ti devo parlare in privato...uscivamo fuori dell'aula e "chiacchieravamo", dopo di che erano felici e liberati..
Bellissima questa frase "ti devo parlare in privato", che implica la visione di una maestra cui dire con serenità cosa non va bene e conta sul suo suggerimento o consiglio per risolvere le situazioni.
Grazie Stella
quello che stavo cercando, grazie
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