Avevo otto anni e mio fratello sette, ricordo un grande camino acceso e mio padre tra i due, mio padre diceva la tabellina da ripetere e a turno la si ripeteva. Mio fratello le sapeva tutte con grande gioia di mio padre che ci dava dieci lire per ogni tabellina conosciuta a memoria, il problema era che frequentavo la terza elementare e mio fratello la seconda, lui le conosceva fino al dieci a memoria, io invece con certi numeri facevo fatica.
Non ho mai avuto un grande rapporto con i numeri lo ammetto e quando vedo un bimbo in difficoltà me ne dispiaccio perchè alcune relazioni logiche dei numeri ho imparato a capirle da grande, per un lungo periodo mi è sfuggita la facilità del calcolo a memoria.
Accade anche oggi a tanti bambini ed ho come l'impressione che manchi un passaggio: tra quello dal contare con le mani a quello del contare a mente.
Ho visto che per insegnare il concetto di quantità oggi ai bambini si fanno disegnare con meticolosità altrettanti oggetti corrispondenti al numero. Ma non sono sicura che questo sia il metodo più efficace.
Il tutto parte da una riflessione fatta osservando i bambini: imparano veloci e detestano la ripetitività, assecondando la modernità chiedono alla didattica azione e movimento, idee complesse ma fruibili. Il web due è la forma che meglio assomiglia oggi alla modalità con il quale i bambini apprendono.
Si potrà obiettare che tutto potrebbe diventare usa e getta. Eppure ...
Eppure non è così. Quando si dice che le cose non avvengono per caso e scopri che i bambini ci stupiscono se dai loro strumenti adatti e adattati. Già perchè lo strumento conta, cosa succede se il computer si incrocia con lo strumento per contare più antico del mondo: le dita delle mani?
Andiamo alla pratica.
Che agli alunni più grandi piaccia esercitarsi con i programmi presenti online ne avevo già la prova, messi in due o tre davanti al pc si divertono e si sifidano nel calcolo veloce, nelle tabelline o negli esercizi di grammatica. Se poi il programma li premia con un giochino finale ci vanno a nozze divertendosi pure.
Eccoli nelle immagini alle prese con le moltiplicazioni da fare veloci a mente.
Eccoli nel gioco che li premia dopo aver risolto le attività
Con i piccoli alunni di prima possiamo fare un pò di insiemistica, di precalcolo con il computer e poi iniziare affrontando qualche semplice calcolo. Si possono fare addizioni anche senza sapere di fare addizioni? Io credo di si. Eccone la prova.
Alla mia domanda "ma le addizioni le avete già fatte?" i piccoli alunni hanno risposto in coro "no!"
Allora ho detto "con le dita sapete contare?" "si!" risposta corale, "fate così quando vedete i numeri prendete quello più grande contate con le dita e aggiungete il numero più piccolo! Poi cliccate sul numero che ottenete dopo aver contato".
Contare con le dita:
Cliccare sul numero esatto:
Così è stato, per qualche minuto hanno continuato a contare con le dita, dopo un pò invece hanno cominciato a cliccare senza più contare, hanno associato pertanto la quantità al numero e non c'è stato più bisogno di usare le dita. La riflessione
Certo questo non può dirsi un processo di apprendimento consolidato, ma la velocità con il quale tutto si è svolto, meno di una mezzora, dimostra che l'insegnamento della matematica con le schede piene di oggettini da colorare è superato, che la quantità non si impara vedendo otto farfalle disegnate da colorare su un foglio. La quantità si apprende sul nostro corpo prima di tutto anche quando si utilizza il pc.
Non so cosa passasse tra quelle manine che contavano e che poi afferravano il mouse per cliccare sul numero esatto. So che vedevo i bambini contare e ragionare, anche sbagliare e ripetere l'operazione, ma alla fine fare sempre più giusto. E ancora una volta mi rendo conto che le attività tradizionalmente svolte annoiano queste generazioni di alunni.
Mi rendo conto che un computer davanti al bambino come insegnante non basta. Ma anche le lezioni spiegate senza interazione alcuna o peggio sulle schede uccidono allo stesso modo la voglia di imparare. C'è una terza via?
Per questa attività di matematica accedo al sito dienneti, tra i programmi che utilizzo, quello delle immagini è funforthebrain.
Aggiornamento al post 13/12/09: come ripetere la tabellina del nove contando con le dita di Sybille sul blog Buntglas
Questo post partecipa al "carnevale della matematica" su La nostra matematica di Annarita Ruberto
13 riflessioni:
complimenti per l'attività e x la forza che hai di immergerti in concorsi oltre quelli che abbiamo di norma a scuola.
Io sono alla frutta in questo periodo e sto facendo fatica anke a dedicare un pò di tempo al blog.
Spero passi n fretta....
un bacione
Lella
Inizio dall'ultima domada..se c'è una terza via?
Credo che per il momento no, ma non si sa cosa riserva il futuro, certo che all'epoca mia si doveva contare con le dita, cosi si iniziava,poi i bravi i portati per la matematica spiccavano il volo e quelli come me, son restate a contare con le dita delle mani
Le tabelline che tortura,non sarei stata brava manco se il mio papà mi avesse dato 20 lire a tabellina.
Post molto ben fatto e come son belline le dita dei bambini, mentre contano, che emozone vedere il pc che entrato nella scuola come mezzo di insegnamento.
Brava Rosalba
Un bacio.
Cara Lella anch'io sono cotta, ho diversi fronti aperti compreso il laboratorio di scienze e una piccola recita per il quale devo dare le parti ancora... e ancora tutta l'aula da rendere natalizia. E mezza classe con l'influenza accidenti :-(
Speriamo bene per tutto
ti abbraccio
Rosy io non ci credo molto che ci sono bambini portati per la matematica e bambini che non lo sono. Io credo che la matematica ti sia stata inizialmente spiegata male anche a te.
Secondo me è questione di metodo. Ti spieghi come mai ad esempio non sono mai stata brava coi numeri e al pc sono sempre stata una scheggia? Anche con le cose molto tecniche? Pare che le due cose sono legate.
Con il tempo mi sono ricreduta sullle inclinazioni personali. Credo che questa terza via che dovrebbe essere un metodo più flessibile, vada cercata e adottata per tutti i bambini.
Un bacione grande
carissima Rosalba, la matematica mi è sempre piaciuta, per questo forse i miei alunni l'amavano quasi tutti.
Li ho sempre portati alla scoperta dei concetti, giocando e riflettendo...
Tappa sempre alle decine per il calcolo orale.
Mi piace fare un esempio che per te è superfluo :
7 + 8 =
=(7+3)+5=
= 10 +5= 15
Ciao Rosalba,
io sono sempre stata una grande "fan" del fare matematica usando le dita, personalmente ho sempre fatto un po' fatica a scuola. E mi sono arrabbiata quando da adulta ho scoperto che esistono dei sistemi fantastici di fare matematica con le mani, usati soprattutto da popoli indiani. L'unico che mi é rimasta (e non so neppure dove l'avevo letto) é quello per la tabellina del 9 che ho subito insegnato ai miei ragazzi. Ah, se l'avessi saputo da bambina...! Non so se conosci il metodo, forse in questi giorni ne faccio un post...
A proposito di terza via: certo che c'é, é il materiale di Montessori, lí c'é tutto un mondo da scoprire, da toccare, da capovolgere, da costruire! Mi dispiace che questo materiale venga usato solo in alcune scuole per "sperimentazioni". A pensare che la Montessori é italiana! Per fortuna da noi da qualche tempo iniziano giá alle scuole materne a proporrlo.
Infatti Stella in matematica non và bene la rigidità, la matematica è relazione quantitativa forte tra gli elementi ecco perchè la scheda non può andare bene per tutti.
Il metodo deve essere una pluraltà di metodi secondo me.
grazie, un bacione
Sybille ho letto con interesse il tuo post e mi è piaciuto tanto.
La scuola di oggi ha seppellito tanti trucchi che si usavano per l'apprendimento dei numeri.
Se pensi che in tempi meno recenti le persone non scolarizzate non si sbagliavano nel calcolo del denaro questo la dice lunga sul fatto che la matematica ha origine nella manipolazione precoce fatta dai bambini.
La Montessori già... osannata nei paesi anglossassoni e dimenticata in patria, in compenso le case editrici fanno affari d'oro con i libri di schede.
Perchè non riproporre la Montessori suggerendo nuovi esercizi anche adattati alle nuove generazioni?
Si venderebbe uguale e si svecchierebbero alcuni metodi.
Grazie
io non ho mai amato la matematica ma sicuramente la mia maestra e i suoi metodi piuttosto intimidatori non hanno contribuito a far nascere il feeling...sono però d'accordo sul fatto che i bambini di oggi hanno bisogno di stimoli diversi da quelli di un tempo. ciao e grazie per essere passata da me.eleonora
Eleonora concordo con te su questo e mi suggerisci una riflessione che sta bene in questo post... impariamo bene se c'è empatia, se tra insegnante e alunno corre un filo di complicità e benvolersi. Oltre al numero ci vuole anche altro.
Mi fai venire in mente i molti insegnanti che propibiscono l'uso delle dita per contare. Esistono ancora purtroppo.
Un bacio, grazie a te
Cara Rosalba, ti ringrazio di aver contribuito con il tuo post, che apprezzo molto come già sai, al Carnevale della Matematica.
Ho letto con interesse tutti i commenti e devo convenire con le tue riflessioni:"Rosy io non ci credo molto che ci sono bambini portati per la matematica e bambini che non lo sono. Io credo che la matematica ti sia stata inizialmente spiegata male anche a te.
Secondo me è questione di metodo."
Sacrosanto quello che hai affermato. Aggiungerei che ci vuole sì metodo, anzi una pluralità di approccio come hai anche sottolineato tu in un altro commento, ma anche tanta passione da trasmettere agli alunni. Se noi insegnanti amiamo le nostre discipline, e ciò vale in particolare per la matematica, i nostri ragazzi, piccini e grandoni, lo avvertiranno e si predisporranno empaticamente nei riguardi dell'apprendimento.
E tu, da quel che percepisco attraverso la tua attività di blogger e per come ti proponi, possiedi alla grande questi requisiti.
Un abbraccio
annarita
Cara Annarita intanto ti ringrazio di tutto la tua attenzione, la premura e il sostegno datomi per la partecipazione al Carnevale della Matematica.
Mi piace condividere con te questa esperienza che mi è di stimolo anche per la didattica.
Una buona didattica è supportata da continua ricerca a innovazione anche a livello personale.
Con il blog riensco a farlo anche attraverso lo scambio di esperienze.
La tua amicizia e lo scambio mi permette di aprire nuove finestre di conoscenza e te ne ringrazio immensamente.
Un abbraccio
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