di Maestra Rosalba

mercoledì 28 luglio 2010

Eravamo Solo Bambini un libro di Massimo Polidoro

La violenza sugli inermi è il delitto più efferato che si possa compiere. E' ancora  cronaca di questi giorni.
Accadeva in passato e accade ora con tanto d'immagini di telecamere nascoste, i casi di violenza sui bambini o sugli anziani, esplodono di volta in volta, poi a notizia ne succede un'altra e le parole si stratificano sulla violenza fino al fatto di cronaca successivo. 

Qualcuno forse  ricorderà la vicenda del brefotrofio di  Grottaferrata, la cui direttrice Maria Diletta Pagliucca fu condannata a 12 anni di carcere  e molti degli altri co-imputati andarono assolti o ricevettero pene lievissime per reati minori.
Di questa sconvolgente e quanto mai attuale vicenda,  racconta Massimo Polidoro nel suo libro "Eravamo solo bambini".

E' un libro che si legge d'un fiato. Il racconto ti prende per mano allo stesso modo in cui Mario, il protagonista della storia prende per mano una delle sue aguzzine ancora ignaro della sua sorte, che i primi sinistri segnali,  gli odori, il piagnucolio, il silenzio e il  buio  lasciano tristemente presagire.

Non sconvolge la violenza ma l'incrollabile desiderio di affetto dei bambini anche nei momenti più terribili. Lo scrittore fa parlare il bambino ed è attraverso le sue parole che ci giunge tutto il dolore della violenza subita. Il racconto così forte e orrendo,  proprio perchè ci perviene attraverso il bambino risulta leggero e sopportabile.

Leggerlo significa comprendere e conoscere non solo il Mario che scopriremo essere un  personaggio noto, ma anche tutti i Mario che nel colpevole silenzio di troppe istituzioni subiscono ancora i peggiori oltraggi.
Qui  l'estratto del libro che mi ha convinto ad acquistarlo.

Massimo Polidoro è divulgatore, scrittore e giornalista. Ha contribuito alla fondazione del CICAP insieme a Piero Angela e a scienziati e studiosi come Umberto Eco, Margherita Hack, Silvio Garattini, Rita Levi Montalcini e Umberto Veronesi. 
Ho avuto il piacere di ascoltarlo qualche mese fa in una conferenza a Villacidro,  dove ha spiegato ad un'interessata platea di insegnanti e studenti  "come sia possibile affrontare il mondo dell’insolito con gli strumenti della scienza".


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4 riflessioni:

Marco Fulvio Barozzi il 28 luglio 2010 alle ore 18:31 ha detto...

Se non ricordo male, Maria Diletta Pagliuca faceva precedere il proprio nome da un "suor. Non so se fosse davvero una suora o se fosse un'impostura (come il finto frate che cantò a Sanremo), fatto sta che spesso queste violenze avvengono in istituti sedicenti religiosi. Io cominciai il mio percorso verso l'ateismo a otto anni, in colonia dalle suore a Marina di Massa, con il sequestro dei giocattoli personali e la censura preventiva sulla posta in uscita (non ci si poteva lamentare del trattamento). Pensavo che fossero altri tempi, ma vedo che l'infamia ha radici difficili da estirpare.

Rosaria il 28 luglio 2010 alle ore 18:51 ha detto...

Le violenze sui bambini ne sono tante e hanno varie forme.
Gli adulti che feriscono, uccidono violentano sono gli assassini non di un corpo ma di una piccola anima-
Qualunque ferita che subisce il corpo si guarisce, ma la ferita dell'anima resta per sempre.
C'è un'altra violenza che quest'anima si da da sola. Continuare a vivere con un'anima abbattuta e trovare la forza di dimenticare, non sempre ci si riesce direi quasi mai.
Ogni torto che la vita ti darà nel futuro in'automatico la piccola anima ritorna fragile e un'antico dolore urla chiedendo una giustizia che sai che nessuno ti darà mai.
Cosi si resta sempre come spogliati e fragili dinanzi a una vita che senti nemica.

Chi come me è vissuta in collegio ha conosciuto la violenza delle donne pie, quelle sposate con Gesù.
Queste suore chissà come Dio ha giudicate le loro anime.Ne hanno abbattute tante in nome di una parola formare, ordine e disciplina, e con quanta violenza portavano avanti questo loro compito, dove l'amore non esisteva.

Credimi Rosalba per me è sempre faticoso parlare di violenza sui bambini e mi ritiro in silenzio, non sono vile e che una parte della mia anima è rimasta ancora piccola, ancorata alla sofferenza subita e che ancora chiede giustizia.

Dimentica, guarda avanti che sciocche parole, la vita non è una lavagna dove puoi cancellare quello che è sbagliato, eppure, sulla lavagna dopo cancellato, restano le striature di gesso.

Ti abbraccio forte ciao

Rosalba il 28 luglio 2010 alle ore 19:19 ha detto...

Kees pur continuando in seguito a fregiarsi del titolo, la Pagliucca nata nel 1908 fu suora fino al 1944, dovette lasciare la tonaca in seguito ad una denuncia seguita ad una tresca con un frate in quel di Assisi, per furto e violenze verso sordomuti e ciechi. Non era nuova a simili esperienze e cionostante, godendo di alte protezioni le fu affidata la direzione dell'istituto Santa Rita di Grottaferrata.
Sconvolge oggi come ieri sapere che le connivenze sia dentro la Chiesa che nelle istituzioni laiche, sono il terreno fertile su cui simili orrori continuano a proliferare.

Rosalba il 28 luglio 2010 alle ore 19:34 ha detto...

Rosy più di una volta ti ho pensato mentre leggevo questo libro. E ho anche riflettuto tanto prima di farne una recensione...
Il libro mi ha toccato il cuore perchè ai bambini è fatto torto anche con una banale presa in giro figuriamoci con tanta veemente violenza.

Come dici nulla si cancella di tanta infamia ed il tuo paragone con la lavagna è efficace, i graffi restano nell'anima, nel cervello.

E' un libro che chi lavora con i bambini (ospedali, asili, nido, scuola, orfanotrofi) dovrebbe leggere.

Ti abbraccio forte forte

 

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