Mentre mi attrezzo con le risorse del web per la scuola, talvolta coincidenti con immagini recenti di scienza e affini, mi viene da chiedere: quanto occorre conoscere dell'attualità scientifica e quanta di questa deve entrare in aula sotto forma di informazione aggiunta ai normali contenuti e alla normale prassi sperimentale attraverso cui i bambini conoscono e imparano i concetti?
La didattica della scienza dovrebbe avere un aspetto anche divulgativo
Da diverso tempo propongo in questo blog le immagini e i video della Nasa, in realtà ogni volta che è stato possibile, le ho integrate nella didattica. In classe la nostra didattica sperimentale diventa anche didattica divulgativa, non solo si discute, si prova cosa e come, ma gli accenni allo stato dell'arte, cioè le cose di attualità della scienza, sono continui.
Didattica divulgativa non nell'accezione maggiormente conosciuta, ma nel senso di raccontare i fatti della scienza, quella legata alla quotidianità, fatta di nuovi tasselli che rinnovano, confermano o smentiscono il quadro delle conoscenze umane. Per raccontare i fatti di scienza ai bambini ho pensato che non occorre essere specialisti della materia, bensì avere l'umiltà di cercare di capire, non raccontare in maniera impropria e spiegarsi a parole semplici senza snaturare.
I programmi: quali spazi
Un esempio per non andare lontani, il grafene, cioè il materiale per l'invenzione del quale è stato attribuito il premio Nobel pochi giorni addietro.
L'obiezione potrebbe venire dal fatto che l'argomento non fa parte dei programmi. Eppure se noi guardassimo ai programmi nella loro interezza, ci renderemo conto che essi sono un contenitore adatto anche a collocare l'attualità. Un argomento come quello sul grafene trova spazio non solo in scienze ma anche in tecnologia e perfino italiano.
I programmi: quali spazi
Un esempio per non andare lontani, il grafene, cioè il materiale per l'invenzione del quale è stato attribuito il premio Nobel pochi giorni addietro.
L'obiezione potrebbe venire dal fatto che l'argomento non fa parte dei programmi. Eppure se noi guardassimo ai programmi nella loro interezza, ci renderemo conto che essi sono un contenitore adatto anche a collocare l'attualità. Un argomento come quello sul grafene trova spazio non solo in scienze ma anche in tecnologia e perfino italiano.
Ad esempio quanti docenti, specie della Primaria hanno fatto, o pensano di fare, riferimento a questo nella loro didattica?
Investire nell'attualità della scienza anche in prospettiva
I libri che usiamo in aula non possono contenere anche i riferimenti all'attualità scientifica, essi sono una traccia di lavoro, un supporto, tra l'altro non proprio recente. Il contenuto attuale dovrebbe venire dal docente, attraverso l'accesso ad una informazione aggiornata. Ma il problema non è da poco, lo affermo perchè so quante ore occorre passare ad informarsi, per conoscere almeno una parte degli studi di cui si occupa la scienza oggi: lo spazio, la ricerca medica, la biodiversità, le energie alternative giusto per fare qualche esempio.
Ma d'altro canto nell'omettere l'attualità scientifica, si corre il rischio nel fornire ai bambini una rappresentazione della scienza fissa, immobile, un punto di arrivo piuttosto che uno stadio (in evoluzione) del conosciuto. Questo è ciò che bisogna assolutamente evitare: che il bambino creda che ciò che sta apprendendo sia un punto fermo. Introdurre l'attualità fatta di studi, di ricerca, di scoperte a piccoli passi, di Nobel, di biografie di scienziati ci aiuta ad evitarlo.
L'allegro ma non troppo delle sfide
Qualora non bastasse, parlare della continua evoluzione della scienza, della passione mista a impegno e perseveranza significa seminare l'idea che l'opportunità di occuparsi di scienza è un fatto possibile per tutti. Non più difficile nè più facile di quanto non siano altri mestieri. Pensare che c'è ancora grande spazio di manovra: ancora tanto da scoprire.
Ogni giorno occorre domandarsi se tra quegli alunni non vi sia chi raccolga la sfida e anzichè appassionarsi ai tanti (presunti) facili mestieri, ballerine o calciatori, non preferisca la danza del cielo, della materia, l'allegro a volte andante e a volte allegro ma non troppo delle sfide. Le stesse sfide che hanno fatto grandi uomini e donne di scienza.
4 riflessioni:
cara Rosalba, uno dei miei grandi crucci è non insegnare scienze. A scuola scienze e storia erano le mie materie preferite così seguo con piacere i tuoi blog scientifici e dove posso li sperimento. Qualche tempo fa ho anche acquistato un bellissimo libro che propone esperimenti scientifici creativi... ti farò avere il titolo (anche se molti li avrai già provati)
P.S. ho comprato "seconda stella a destra", avevi ragione è proprio piacevole leggerlo!
buon fine settimana di inizio autunno (almeno qui a Milano)
Cara Chiara sono contenta che il libro da me suggerito ti piaccia. Se mi dai i riferimenti leggo volentieri il libro di scienze che mi suggerisci. A volte dispiace non poter insegnare seguendo anche le inclinazioni, perchè si riesce anche a trasmettere la nostra stessa passione.
Ti rignrazio e ti abbraccio.
Mia figlia mi racconta tutti i giorni del tempo lì a Milano e invidia il nostro sole di questi giorni, qui è ancora estate.
Ora so cos'è il grafene, questo mi la dice lunga, nel senso che integrare nel programma didattico, altre informazioni non può che rendere il lavoro dell'insegnante più gratificante. oltre che più completo.
E forse, queste divulgazioni, daranno al mondo meno ballerine e calciatori, ma più menti, che impareranno ad esplorare il mondo che circonda
Tutto è possibile
La prima cosa è credere in quello che si fa e tu ci credi e ci crederanno anche i tuoi ragazzi.
Un bacino
Buon fine settimana
ciao
Si Rosaria i bambini crescono anche per emulazione, se ci piacciono le cose del mondo, capirle conoscerle e scoprirle, avranno il gusto per la scoperta e l'impegno. Crederci è il primo e principale passo. Il resto poi arriva.
Un bacino e buon fine settimana anche a te
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