La matematica mediamente non gode di buona fama, nè tra gli alunni e gli studenti e purtroppo è altrettanto temuta dagli adulti.
C'è un passaggio in comune per tutti: la scuola, ed è proprio a scuola che si sente dire la fatidica frase "non è portato/a per la matematica", dall'effetto devastante per chi se la vede appioppata.
Alzi la mano chi non l'ha sentita almeno una volta?
Le basi della matematica
Un buon percorso matematico dovrebbe avere come base tanto gioco fin dai primi mesi di vita del bambino: spostamento di oggetti, raggruppamenti, separazioni. Ogni bambino dovrebbe poter manipolare le quantità, i liquidi, gli oggetti di diversa consistenza per consolidare la naturale propensione alla quantificazione.
Siamo naturalmente portati a contare, e se ci facciamo caso nei suoi giochi in solitaria il bambino in possesso di piccoli oggetti li separa, li divide e li riunisce arrivando da solo al concetto uno/tanti.
E' ad un certo punto del percorso scolastico che la matematica diventa "difficile" o addirittura "incomprensibile".
Nella scuola Infanzia
Anche nella scuola Infanzia l'aspetto matematico andrebbe curato con più consapevolezza, uno dei motivi frenanti è la paura di essere troppo anticipatori rispetto alla scuola Primaria. Eppure una delle tappe fondamentali è proprio il periodo di gioco-apprendittivo nella scuola Infanzia: è lì che si gettano le basi per le più semplici operazioni matematiche. L'aggiungere, il togliere, il moltiplicare e il dividere sono prima di tutto un gioco. La logica si impara ragionando, raccogliendo esempi dal quotidiano, argomentandoli e sviscerandoli: quanto parliamo di logica con i nostri piccoli alunni?
Nella scuola Primaria
Spesso per paura di confondere i bambini si presenta un unico metodo: in una classe di 20 alunni, non è possibile che la medesima cosa sia compresa da tutti attraverso un unico meccanismo. Più meccanismi possono fornire la chiave d'interpretazione a modi di diversi di imparare.
Troppa linearità è un errore quanto l'eccesso di input.
Accade poi che si passa ad un piano quasi esclusivamente simbolico: non va confuso il disegnino della quantità sul quaderno che è rappresentazione di una quantità con la semplice quantità. Quanti bambini apprendono l'associazione delle quantità al numero sulle schede da colorare?
Nei primi due anni di scuola primaria, l'introduzione di nuovi concetti dovrebbe partire da una fase di esclusiva pratica e mai da una spiegazione frontale. Mi fa arricciare il naso l'insegnante che dice "devo spiegare le moltiplicazioni", è chiaro da subito che con la moltiplicazione, come nelle altre operazioni, occorre prima giocare, per passare gradualmente all'astrazione e al meccanismo. Il momento delicato è questo: la memorizzazione di tutta le sequenza. Ci sono bambini che cadono su questo e a furia di sbagliare si disamorano, e il disappunto dell'insegnante funge da rinforzo negativo. Quanti di noi fanno un riepilogo della sequenza utilizzando oggetti, attività pratiche e giochi matematici?
Il fatto è che alla scuola Primaria si finisce troppo presto di giocare con la matematica per diventare esclusivamente meccanismo, eppure anche a questa età il gioco rimane ancora un modo significativo per i bambini di apprendere.
Anche con le conte e le filastrocche, che sono anch'esse astrazioni:
Io so contare
La matematica mi piace poco
tanto pensare e poco gioco,
tutti quei numeri devo imparare
poi addizionare, divider e sottrarre.
Ogni numero è particolare,
la quantità ci devi abbinare.
Conti a dieci con tutte le dita
se serve, ci aggiungi la matita.
Ora conta ad uno a uno
solleva un dito per ciascuno:
Uno da solo se ne sta,
due come gli amici che a spasso van,
tre i porcellini della fiaba di ieri,
quattro invece i moschettieri,
cinque le dita di una mano,
sei, se ne aggiungi uno pian piano,
sette i colori dell'arcobaleno,
otto i pianeti fino a Nettuno,
nove i mesi per venire al mondo,
è quasi finito il girotondo,
infine dieci: con l'uno e lo zero
sei stato bravo davvero davvero.
(Rosalba)
4 riflessioni:
Brava Rosalba! Riflessioni pregnanti di significato, che mettono il dito nella piaga. Sono d'accordissimo con te.
Grazie di aver messo in comune le tue considerazioni su un tema così arduo e spinoso.
Un abbraccio e a presto.
annarita
La verità Annarita è che dietro quelle parole è presente più la mamma che la maestra, e ho ricordato momenti non facili.
Per fortuna il successo scolastico si realizza anche in virtù di altri fattori. Rimane il dispiacere nel vedere che troppo poco ancora si fa per l'innovazione e il miglioramento metodologici.
Un abbraccio
Grande post, Rosalba!!
Grazie Sybille!
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