di Maestra Rosalba

venerdì 30 aprile 2010

Attività didattica: il mio paese

La geografia è lo studio dei luoghi, dei modi di vivere, delle usanze e dell'economia, tanto per citare gli aspetti più evidenti. Con i bambini che frequentano la prima classe di scuola Primaria, occorre partire dalla realtà che li circonda per poi spingersi a esplorare, intuire e comprendere con gradualità, com'è fatto il resto del nostro pianeta. Inizialmente la geografia va quindi percepita come spazio a partire dal corpo, per diventare analisi dei  luoghi conosciuti, sul quale iniziare una riflessione sulle caratteristiche stesse dei luoghi.
Dopo aver capito cosa è una fattoria, attività che ha coinvolto sia l'ambito scientifico che geografico, è possibile indagare la propria realtà di paese o città.

1) Il paese
Per iniziare un dettato:
Un paese è fatto da un gruppo di case più o meno numeroso, di giardini e piazze, di strade e stradine, di negozi. Ci sono poi gli uffici comunali, le scuole, lo stadio, la biblioteca, la chiesa e spesso l'oratorio. A volte se il paese non è molto piccolo è presente un ospedale o un poliambulatorio. In un paese prevalgono le attività artigianale su quelle industriali, i piccoli negozi sui grandi centri commerciali. Di solito un paese non ha molti abitanti e ci si conosce un pò tutti.

2) Una filastrocca: Un paese è fatto

Un paese è fatto di giardini
dove giocano pochi bambini
E' fatto di case e di chiese,
ci sono salite e altrettante discese.
Ci sono negozi, uffici e palestre,
un ristorante con tante finestre.
Ha una biblioteca e poche scuole,
tante strade con poco rumore.
In un paese c'è poca gente
e conosci tutti allegramente.
(Rosalba)

3) Materiale da colorare o da utilizzare come modello

4) Descrivere il proprio paese
Pur trattandosi di bambini di classe Prima di scuola Primaria è utile fare delle riflessioni sul proprio paese, utilizzando il  "Penso e scrivo" o dando un titolo come ho fatto io "Come è il mio paese"
Ecco la produzione, che è iniziata per tutti con "Il mio paese si chiama Guspini"e l'inivito a raccontare come lo vedono:
Il mio paese si chiama Guspini, è un po' piccolo e un po' grande. Il mio paese ha molte case e molti abitanti. Del mio paese mi piace perchè ci sono parchi dove possono giocare i bambini. Del mio paese non mi piace perchè fanno le case tutte uguali.

Il mio paese si chiama Guspini ha tante case, monti e tetti rossi. I fiori di Guspini sono belli e colorati. A Natale nevica e Guspini diventa ancora più bello. Guspini è grande come una piscina, le scuole sono bellissime. la mia casa è piena di fiori. Rose, margherite, violette e ciclamini che prendo per mamma e un sole bello.

Il mio paese si chiama Guspini è piccolo e bellissimo e con le case tutte colorate. Il mio paese è fatto di alberi, strade, pali, scuole, case, cartelli e macchine.

5) Un esplorazione nel quartiere
Fare un uscita esplorativa nel quartiere vicino la scuola: osservare negozi, case e gli eventuali luoghi pubblici. Osservare anche la segnaletica stradale, i luoghi per l'attraversamento stradale accanto alla scuola, notare se ci sono spazi verdi o luoghi di interesse: la chiesa, la biblioteca, un centro di aggregazione sociale, i bar.

6) Ritrovare i luoghi visti su una cartina con Google Maps
Su Google Maps cercate il vostro paese e digitando la via della scuola localizzate il quartiere che la ospita o almeno parte. Utilizzando il comando ALT+STAMP e con il comando incolla su word otterrete una foto. Fatene una copia, possibilmente a colori per ciascun bambino e poi divertitevi a trovare gli edifici conosciuti, cerchiando con i colori e scrivendo i nomi. Fate distinguere il centro abitato dagli spazi verdi se ci sono, le eventuali coltivazioni e le vie di comunicazione.

Questa è la mappa sul quale abbiamo lavorato noi

In un post successivo la nostra attenzione andrà tutta alla città, così da poter fare comparazioni e per poterne parlare con gli alunni che frequentano nelle città dove i paesaggi sono veramente diversi.

Chiaramente l'attività si può svolgere anche utilizzando solo una parte dei  contenuti proposti e in qualsiasi parte si viva.
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mercoledì 28 aprile 2010

Attestati e inviti per la festa di fine anno scolastico 2010

Nuovi attestati e inviti fine anno 2010
Anche se non sembra la fine dell'anno scolastico è ormai imminente. Per organizzare gli incontri di fine anno solitamente dedicati al saluto finale anche quest'anno ho prodotto qualche modello di attestato di fine anno per la scuola Infanzia ed eventualmente per l'asilo Nido: un attestato con i fiori e un attestato con le impronte. Non aspettatevi i soliti attestati con cornici, quest'anno  propongo qualcosa di più moderno, ma in compenso molto tenero e infantile. Abbinati agli attestati ho preparato altrettanti modelli di inviti per la festa di fine anno che riportano gli stessi motivi: fiori e impronte. I motivi li ho reperiti da Clip Art and Craft.
Questi inviti sono modificabili e utilizzabili anche per feste di compleanno. Per stamparli suggerisco carta color panna o colori tenui in abbinamento ai colori dei disegni.

Qualche nuova idea per l'incontro con le famiglie:
Anche per quest'anno idee "insolite" da realizzare con i genitori:
- una festa della bolle di sapone in giardino, le ricette delle bolle di sapone che funzionano le trovate in questo mio post dell'estate scorsa.
- una mattina della scienza con esperimenti proposti dai bambini ai genitori, qualche esperimento lo trovate in alcuni miei post dello scorso anno. Perchè il bimbo nella pancia della mamma galleggia, accendere una lampadina a risparmio energetico con un palloncino, motoscafi a sapone, l'arcobaleno nel piatto, un vulcano in eruzione, elettrochimica con la patata: credo possano bastare per divertirsi un intera mattina. 
- una gara di improvvisazione poetica o di sfida a chi sa rimare meglio.
- per chi ha grandi spazi intorno alla scuola: costruire acquiloni e farli volare nel cortile

Cosa occorre?
E' richiesta sempre e prima di tutto la capacità di mettersi in gioco, occorrerà che le maestre diano sempre il primo esempio. Ogni insegnante dovrebbe avere un compito o comunque stare vicino ai bambini e ciascuno collaborare alla riuscita dell'inziativa che si propone alle famiglie. E' bene fare una scaletta e dividersi i compiti.
Le feste più riuscite sono quelle dove tutti partecipano, e come già detto, in queste occasioni gli spettatori non servono: è utile al rinsaldarsi del  rapporto scuola/famiglia un momento di condivisione, di divertimento e di partecipazione. 
Download:

Altre attività e contenuti per la festa di fine anno le trovate alla voce Idee per fine anno
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domenica 25 aprile 2010

Le torte che fanno felici i bambini e non solo

Cécile si può dire che la conosco per interposta persona, mio marito mi ha parlato spesso della sua passione per la cucina, ma non la cucina che vi aspettate moderna, minimal... no la cucina di Cécile ci porta direttamente nel mondo della fantasia, nella fiaba, nel sogno!
E ditemi chi di noi non vorrebbe festeggiare un occasione speciale con una delle sue fantasticakes? Chi non vorrebbe catturare lo sguardo di un bambino mentre vede la sua torta di compleanno?
Le torte di Cécile non solo solo per i bambini... ma questo lo scoprirete sfogliando il suo album su Flickr, scoprirete di lei perchè pur essendo nata in Francia vive in Sardegna e oltre a fare la lettrice di Francese, confeziona queste stupende opere d'arte.
Ho scelto tre immagini ed è stato imbrarazzante escludere le altre...



Tutte le altre foto su flickr
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Verbi essere e avere in classe seconda Primaria

In classe prima abbiamo fatto la distinzione tra e che unisce ed è che spiega, o oppure ho, a preposizione ed ha che indica il possesso, hanno e anno. Per rinforzare nei bambini queste conoscenze che poi diventano competenza nell'uso appropriato passiamo ad attività più complesse che consolidano ed espandono allargando il cerchio della conoscenza: secondo il metodo che prevede l'innesto di nuove informazioni su quelle già possedute.
Partiamo questa volta dai verbi essere e avere e proponiamo inizialmente un giochino alla lavagna per rompere il ghiaccio.

Verbo avere: a o ha, anno o hanno?
Prepariamo una serie di foglietti con su scritto ho, hai, ha, abbiamo, avete, hanno. Per rendere il gioco più difficile inserite anche le paroline o, anno, a.
Scriviamo alla lavagna le seguenti frasi da completare inserendo il foglietto giusto.
IO .... UNA BAMBOLA PARLANTE
TU .... UN PALLONE DA CALCIO
EGLI .... MOLTI GIOCATTOLI NUOVI
NOI ........... UNA CASA GRANDE
VOI ........ UN GIARDINO FIORITO
ESSI ........ TANTI CANI.

Ora a turno chiamate un bambino alla lavagna e chiedetegli di inserire nello spazio mancante il verbo giusto. Aiutiamoci andando per prove ed errori, rileggendo sempre la frase ottenuta e ricordando che i verbi hanno la acca. Intanto dal posto gli alunni, osserveranno se tutto è giusto e scriveranno sul quaderno quanto scritto alla lavagna.
Spieghiamo che il verbo avere indica il possesso di qualcosa oppure sentire un emozione o un sensazione, aiutiamoci con degli esempi: io ho un lavoro, io ho fame, io ho paura ecc. Ricordiamo che il verbo avere è un verbo che "aiuta" altri verbi, (in futuro lo chiameremo ausiliare) ad esempio se devo dire che in passato ho giocato devo dire "io ho giocato".

Verbo essere: e o è?
Ripetiamo il gioco di prima con il verbo essere, preparando i foglietti con le paroline sono, sei, è, siamo, siete, sono. 
IO .... UN ALUNNO DI SECONDA
TU ..... UN PO' FURBO
EGLI ... UN RAGAZZINO VIVACE
NOI ....... UNA BELLA CLASSE
VOI ...... UN GRUPPO DI AMICI
ESSI ...... ANDATI AL MARE

Facciamo capire che il verbo essere  spiega cos'è, com'è e dov'è un' animale, una cosa o una persona.

Frasi da ricomporre ... con attenzione
Proponiamo ora una serie di frasi da riordinare al cui interno c'è una parola in più da scartare:
- due mesi Mancano fine scolastico alla hanno anno dell'.
- Mancano due mesi alla fine dell'anno scolastico.

- capelli Tu neri hai ai.
- Tu hai i capelli neri.

Nel file di download trovate tutta la serie delle frasi da riordinare con... attenzione.

Quando ci vuole la acca? Lo scopro con le domande giuste
Quando ti trovi di fronte ad una parola e non sai se ci vuole la acca occorre domandarsi:
- Vuol dire possedere?
- Vuol dire sentire?
- Vuol dire aver .. eseguito o fatto qualcosa?
Se la risposta è si ad una di queste domande allora metti la acca.

Se ancora non sei sicuro perchè nessuna delle domande precedenti è affermativa, prova ancora a domandarti:
- Vuol dire a chi?
- Vuol dire dove?
- Vuol dire quando?
- Vuol dire come?
- Vuol dire a fare qualcosa?
se ad almeno una di queste rispondi sì significa che non devi mettere la acca. Nel file pdf scaricabile si trova la relativa scheda collegata alle domande.


Download attività verbo avere e verbo essere classe seconda
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mercoledì 21 aprile 2010

Attività didattica: il discorso diretto e indiretto

Nel testo scritto esistono due forme di discorso quello diretto dove parlano i protagonisti e quello indiretto dove una persona riferisce il discorso fatto da altri.
Per farlo capire ai bambini di classe seconda di scuola Primaria è bene partire da un attività pratica completamente guidata per passare in una seconda fase all'esecuzione autonoma dopo che gli alunni hanno compreso le tecniche per passare dal discorso diretto a quello indiretto e viceversa.

Simulare un dialogo tra due bambini

Il fumetto
Possiamo iniziare simulando tra due bambini un dialogo e facendolo rappresentare sul quaderno.  Il dialogo avrà la forma del fumetto, una modalità che gli alunni hanno ben conosciuto finora, spieghiamo che ora comprenderemo come le vi siano varie modalità per far parlare le persone all'interno dei testi.
Due bambini si incontrano e ne nasce una conversazione che è stata disegnata così:


Discorso diretto
Dal fumetto passiamo al testo raccontando e inserendo tra i due punti e virgolette o con i due punti e il trattino  i discorsi fatti dai bambini. Così:
Laura cammina per strada  incontra Alessio e gli chiede:- Quanti anni hai? Alessio risponde:- Otto anni e tu?. Laura risponde:- Anche io ho otto anni!.

Discorso indiretto
Ora chiediamo ad un alunno di raccontare le scena del dialogo stiamo attenti alle parole che cambiano e facciamo capire che le virgolette vengono sostituite da altre paroline A, DI, SE, CHE,  chi racconta lo fa utilizzando la terza persona dei verbi (egli/essi) e che pertanto i verbi si modificano. Come nell'esempio sotto:
Laura cammina per strada, incontra Alessio e gli chiede quanti anni ha. Alessio risponde che ha otto anni e chiede a lei quanti anni ha. Laura risponde che anche lei ha otto anni.

Elementi per riconoscere i due tipi di discorso:
Rimarchiamo  che alcuni elementi sono spariti dal discorso diretto per essere sostituiti da altre parole e riepiloghiamo con una sintesi da ricordare:
Nel testo scritto riconosci il discorso diretto perchè le frasi sono precedute da dei simboli come questo:- Quando li trovi nel testo indicano che una persona sta parlando. Riconosci il discorso indiretto nel testo perche racconta la conversazione tra due o più persone.
Il questa fase vi renderete comunque conto che una percentuale alta dei bambini in classe non hanno compreso bene, ci viene in aiuto la didattica laboratoriale, che è rende operativa e pratica ogni spiegazione:

Come si passa da dal discorso diretto a quello indiretto e viceversa
L'organizzazione di un'attività pratica vi aiuterà in questo passaggio.
Su dei fogli in formato A3 disegnate dei fumetti, scrivete dentro le frasi del testo che intendete proporre e fatele pronunciare ai bambini tenendo in mano i cartelli:
Intanto che i bambini simulano, alla lavagna scrivete il testo:
E' ora di merenda. Thomas chiede a Giulia:- Cosa hai per merenda? Giulia guarda nello zaino e risponde:-Oggi ho le patatine!
Ora preparate una lunga fila di fogli sempre in formato A3, scriveteci dentro le frasi tra virgolette e fateli tenere ai bambini che intanto ripeteranno la loro conversazione, in modo che comprendano che ciò che è all'interno delle virgolette è ciò che viene detto:
A questo punto chiamate un alunno che ha assistito alla scena e chiedetegli di raccontare la conversazione al quale ha assistito, man mano che racconta con dei foglietti sostituite nel testo alla lavagna le paroline che usa alle virgolette, levate le cose che spariscono coprendole, correggete l'eventuale punteggiatura. Come in foto:
Il testo diventerà questo:
E' ora di merenda. Thomas chiede a Giulia che cosa ha per merenda. Giulia guarda nello zaino e gli risponde che oggi ha le patatine.
Per passare dal discorso indiretto a quelli diretto è sufficiente fare la strada inversa sostituendo le paroline con le virgolette, modificando le maiuscole e  facendo passare i verbi alla prima o seconda persona.
Non si tratta di passaggi semplici, è bene introdurli perchè sono utili al bambino nella fase del racconto anche se  per lungo tempo continueranno ad usare anche nello stesso testo i due differenti modi di raccontare.
E' giusto focalizzare e iniziare a distinguerli  perchè il tipo di discorso che si sceglie è funzionale allo stile e al contenuto del testo che si intende produrre.
Mentre si insegna Italiano è bene sempre avere a mente cosa serve conoscere le strutture della lingua, non si tratta di semplice alfabetizzazione ma di iniziare presto ad appassionare sull'utilizzo della lingua italiana.

All'interno dell'attività trovate anche una serie di esercizi semplici per esercitarsi
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giovedì 15 aprile 2010

Attività didattiche per scuola Infanzia e Primaria per l' Earth Day 22 aprile 2010

Questa volta cominciamo dalla fine, ecco cosa hanno scritto gli alunni della mia classe seconda di scuola Primaria  durante la preparazione della giornata della Terra, l'Earth Day 2010:

Quello che posso fare io per il mio pianeta:
Io penso che per il mio pianeta posso impedire di incendiare i boschie e di buttare sigarette nei prati. E anche di non buttare i vari materiali nei laghi, di diminuire gli allevamenti di mucche, ma anche di usare di meno i mezzo di trasporto e fare un pò di esercizietti muscolari! Di non sprecare la nostra preziosa acqua e di non inquinarla, e se hai un oggetto non buttarlo per strada. E voi persone cattive smettetela di inquinare la terra!
Io il mio pianeta lo posso tenere pulito. Tutti quelli che vivono in questo pianeta dovrebbero mettersi a pulirlo. Però puntroppo ci sono persone che non ci tengono e dicono: "Io lo butto qui!" Io andrei a pulire il mondo con tutti i miei amici. Avviso per i bambini che vogliono aiutare il mondo! Venite tutti a insieme a pulire il mondo!!
Io potrei piantare fiori e alberi. Io potrei cercare di fare inquinare di meno perchè si possono riusare vari oggetti come la plastica, il vetro o i caricatori di cellulari che diventano prese per il girarrosto. Trasformerei il vetro in bicchieri di grossa qualità. Potrei usare una patata per una sveglia senza batterie. Potrei trasformare un computer in una tv.

Sul sito ufficiale
Tra qualche giorno, il 22 aprile, si celebrerà l'Earth Day 2010, la celebrazione compie i suoi primi quaranta anni proprio quest'anno, su www.earthday.org/  si legge:
Quarant'anni dopo la prima Giornata della Terra, il mondo è più in pericolo che mai.  Il cambiamento climatico è la più grande sfida del nostro tempo, e rappresenta la più grande occasione, un'occasione senza precedenti,  per ripensare alla salute, la prosperità, all'economia, all'energia pulita per ora e per il futuro. Earth Day 2010 può essere il punto di svolta per far progredire la politica sul clima, l'efficienza energetica, energia rinnovabile e posti di lavoro "verdi". Earth Day Network rappresenta milioni di persone che si impegnano personalmente per la sostenibilità. Earth Day 2010 è un'occasione fondamentale per gli individui, le aziende e i governi a unirsi per creare una economia globale verde. Unisciti a più di un miliardo di persone in 190 paesi che si stanno adoperando per la Giornata della Terra

Far conoscere agli alunni cosa è l'Earth Day
Sul blog Ciaomaestra un file in formato pfd illustra efficacemente cosa è la giornata della terra.
Make and Takes mette a disposizione una serie nuovissima e gratuita di schede da colorare, di facile download.
Un brevissimo riassunto scaricabile qui, dal  Manifesto mondiale dell’acqua che venne redatto nel settembre 1998 nella città di Lisbona a cura del Comitato Internazionale per il Contratto Mondiale sull'acqua presieduto da Mario Soares e creato su iniziativa di Riccardo Petrella. Di fatto anche la recente legge italiana sancisce il passaggio della gestione della risorsa acqua da bene pubblico a bene privato, che in tal modo diventa una fonte di redditto per pochi. Molti sono i comuni che rispetto a questa normativa nazionale hanno deciso comunque di applicare regolamenti locali onde evitare speculazioni su un bene che appartiene al mondo intero per definizione. Leggendo l'estratto dal Manifesto ci rende conto che nulla è cambiato e che anche le amministrazioni spesso non agiscono in ragione del pubblico diritto, ma in nome del profitto.

Possibile scansione dell'attivtà didattica per l'Earth Day
Con gli alunni, soprattutto se piccoli, non è possibile focalizzare sui molti problemi che affliggono la terra, conviene affrontarne uno in maniera da fornire spunti brevi ma chiari. Io ho agito così:
- Presentazione della giornata e lettura, con individuazione delle parole difficili del file pdf sull'earth day di Ciaomaestra.
- Definizione di alcune problematiche urgenti, focalizzando sulla necessità di riciclare, riusare e ridurre il consumo per evitare gli sprechi.
- Colorazione delle schede di Make and Takes con spiegazione della simbologia e ricerca dei simboli del riciclo negli oggetti di uso comune in classe.
- Stesura di un testo individuale "Cosa posso fare io per il mio pianeta" i cui testi avete potuto leggere all'inizio di questo post.
Ogni argomento ha sempre molteplici prospettive, la giornata della Terra si può celebrare attraverso tutte le materie scolastiche nessuna esclusa, si può adattare ai contenuti  per la scuola Infanzia, come provano i video musicali più sotto, belli da vedere e da ascoltare per iniziare un momento di riflessione in armonia.


Una poesia per il pianeta Terra su questo blog
Terra

Aggiornamento del 17/04/010:
Una poesia dell'amica Rosaria,
lasciata nei commenti e spostata qui perchè è il giusto completamento di questo post

Il non ti scordar di me

L'altro giorno
parlando con un fiorellino mi disse
Sai sono disperato,
perchè, guarda caso solo
io sono sbocciato
e con un fare molto
intelligente
mi domandò
spiegami il perchè?
Io a lungo ho riflettuto
e un po vergognandomi
cosi gli spiegai
Sai, oggi e tutto
cosi strano,
l'uomo pensa solo
a far sbocciar quattrini
e non più fiorellini
Mentre gli parlavo
cosi piano piano,
il povero fiorellino sempre
più si piegava
e con una vocina
triste e bassa
mi disse
Addio amico
io sono
il non ti scordar di me.
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mercoledì 14 aprile 2010

Lavoretti, idee semplici e veloci per la festa della mamma 2010

La data della festa della mamma si avvicina, mettiamo quindi a fuoco alcuni lavoretti semplici da fare a scuola e a casa con i papà che vogliono cimentarsi nella "manualità", per fare gli auguri più teneri e speciali alla mamma.

Un portafoto a forma di fiore
La prima idea trae ispirazione da un lavoretto presente su La teca Didattica,  al quale è stata apportata una semplice modifica, al posto della poesia al centro è stata messa la foto del bambino, si ottiene così un semplice portafoto da mettere in borsa, la poesia preferibilmente scritta dai bambini si può collocare sul retro. La foto si può far portare da casa, oppure fare e stampare a scuola. E' un biglietto molto delicato di sicuro effetto, al quale dedicare il giusto tempo. In questo periodo si sa le cose da fare sono tante: meglio orientarsi su cose veloci e significative.
Vi occorrono:
- cartoncino spesso formato a4 in colori pastello/tenui,
- colla forte tipo attaccatutto,
- forbici,
- una foto del bambino.
Seguite le semplici istruzioni contenute nel file di download da La teca Didattica e proseguite incollando la foto al centro del fiore, ricavando prima la forma esagonale in modo da farla combaciare con il centro del fiore.
Il fiore con la foto al centro.
Il fiore chiuso dopo la piegatura, volendo il fiore e la farfallina si possono fare in contrasto, usando due diversi colori.

Un biglietto pop- up con il cuore
Il biglietto più semplice, veloce e di effetto.
Vi occorre:
- cartoncino rosso formato A4,
- fogli A4 colori tenui
- forbici normali e a zig-zag,
- colla forte tipo attaccatutto.
Dvidete in due il foglio di cartoncino rosso e piegate la metà al centro.
ricavate dal foglio di carta di colore tenue, un rettangolo che sia più piccolo del mezzo cartoncino rosso. Così:
Piegatelo sovrapponetelo al cartoncino rosso e praticate due tagli da sei (sei) centimetri, piegate la carta tenue in senso contrario  e incollate sul cartoncino rosso, così:
Ricavate un piccolo cuore dal restante cartoncino rosso e incollatelo come in foto.
Il cartoncino pop-up è terminato ora scrivete tutto il bene che volete alla mamma. Un poesia  intorno al cuore o semplici frasi d'amore.

Altre idee
Nuovissima idea: un mini portafoto da borsetta su scuola da colorare
Su questo blog:
Dedicare alla mamma un testo e un disegno
Un cartoncino segnalibro per la festa della mamma
Cartoncino-cornice per la festa della mamma, realizzato lo scorso anno ed è stato un vero successo.
Cartoncino per la festa della mamma
E se proprio non c'è stato il tempo di costruire nulla con le mani, la mamma si può festeggiare anche così, con idee dell'ultim'ora.

Poesie per la mamma su questo blog
I cuori della mamma
La mamma
Il dono
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lunedì 12 aprile 2010

ComunicareFisica 2010

Si svolge da oggi e fino 16 Aprile 2010  presso Laboratori Nazionali di Frascati of INFN Comunicare fisica 2010 cioè come i fisici comunicano la fisica. Nella home page si legge:

Conferenza-Workshop nazionale sulle tematiche e metodologie della comunicazione della fisica da parte dei ricercatori verso il pubblico non specializzato. E' ormai generale convincimento che l'attività di comunicazione della scienza sia dovere istituzionale non solo delle strutture di ricerca ma anche e soprattutto, dei ricercatori stessi. Scopo del workshop sarà quindi quello di analizzare il panorama italiano confrontandolo ad analoghe esperienze all'estero. Saranno presentate, discusse e confrontate le motivazioni e le finalità strategiche della comunicazione diretta tra scienziati e grande pubblico, la forma e contenuti dei progetti operativi, i possibili linguaggi, i criteri di valutazione dell'impatto e i consuntivi delle iniziative inerenti la fisica.

L'edizione 2010 è importante non solo per comprendere su quali vie di comunicazione  viaggia l'informazione scientifica verso il grande pubblico, ma per la presenza dei blogger a Comunicare fisica 2010 chiamati a spiegare come i blog anche nell'ambito scientifico oltre che in altri campi dell'informazione, possano diventare strumenti di diffusione scientifica.
Si legge sul sito:

ComunicareFisica2010 dedicherà una 'sessione distribuita' dedicata ai blog di carattere scientifico-divulgativo opera di blogger italiani. Dal 12 al 15 aprile ogni giorno uno o due blogger presenti alla conferenza presenteranno il loro blog, con una navigazione live di ~ 10-15 minuti, inquadrandone la motivazione e le fonti nella loro vita professionale o personale; i restanti 10-5 minuti sono riservati alla discussione. La 'sessione distribuita' si concluderà il pomeriggio di giovedì 15 aprile con una tavola rotonda sul tema "Possono i blog essere uno strumento di divulgazione della cultura scientifica?". Parteciperanno alla tavola rotonda i blogger che hanno presenziato tutti i giorni alla sessione distribuita confrontandosi con i sostenitori delle forme di divulgazione scientifica tradizionale.

Ho il piacere di segnalare  ai lettori di questo blog che tra i blogger invitati alla manifestazione c'è la prof. e amica Annarita Ruberto che, con il suo Scientificando in questi anni, è stata uno degli esempi più validi di divulgazione scientifica via blog raggiungendo un vastissimo pubblico trasversale ad ogni età.
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domenica 11 aprile 2010

Dividere una mela e fare scienze, italiano e matematica

La didattica è potente mezzo non solo per insegnare ma anche per trasmettere idee: essa può appiattire il pensiero verso il senso comune oppure farsi promotrice di altrettanti pensieri nuovi che collegandosi generano altre idee. L'obiettivo principe di una buona didattica è dare conoscenza, metodo, sollecitare lo sviluppo idee nuove, favorire collegamenti fra i saperi per "imparare ad imparare".
Un pò come avviene nel mondo dei blog dove un' idea ne richiama un altra, per svilupparla occorre approfondire e studiare se non ci si vuole limitare al copia e incolla.
Una sfida non da poco. Non un semplice riproporre cose dette da altri, si parte dall'esperienza e si trovano contenuti personali, collegamenti nuovi.
Si potrebbe obiettare che è obbligo seguire i programmi (contenuti), ma i contenuti non necessariamente portano al saper fare. Dobbiamo obbligatoriamente perseguire tre ordini di obiettivi: metodo (come fare), competenza (saper fare) e originalità di pensiero (saper produrre idee nuove).

La micro unità didattica che illustro, adatta anche per scuola Infanzia se escludiamo la fase di scrittura,  dimostrerà come partendo da una mela divisa a metà, potremmo parlare di scienza, italiano e matematica senza mai andare fuori tema: il tema resterà sempre la mela.
Diciamo che il tema mela è affrontato su piani diversi.

Antefatto:
Modifichiamo l'assetto dello spazio, per indicare che facciamo qualcosa di diverso, predisponiamo gli alunni all'osservazione attenta, al prendere nota mentale e riferire ogni particolare che viene in mente.

Piano scientifico: la nomenclatura.
Sulla cattedra al centro dell'aula e tutti i bambini seduti in maniera da poter agevolmente vedere, mettiamo alcune mele e dividiamone una a metà. Copiando dalla mezza mela disegniamo sulla nostra lavagna, rigorosamente non multimediale, la mela. Diciamo agli alunni che andremo ad imparare la nomenclatura delle parti della mela: picciolo, buccia, torsolo, seme, polpa. Così:

Piano linguistico e letterario
Chiediamo ora ai bambini di dire cosa è la mela con riferimento ai nomi generici, specifici, propri e comuni. Facciamo compilare sul quaderno (non importa se di Italiano, Scienze, io ho fatto tutto sul quaderno di Scienze)
Nome generico: frutto.
Nome specifico e comune: mela.
Nome proprio: Golden Delicius, Fuji, Renetta, Cotogna.
Spieghiamo ad esempio che se andiamo dal fruttivendolo dicendo "Vorrei un kg. di Renette", stiamo pur sicuri che avremo delle mele e non altro.

Ora coi bambini troviamo esempi alla loro portata di "mele famose". Noi abbiamo trovato la mela di Biancaneve nel film "Biancaneve e i sette nani" della Walt Disney, che nella fiaba originale era un pettine. La mela di Guglielmo Tell, che dovette sostenere la sua prova di coraggio per non aver riverito il capello Imperiale e centrò con l'arco una mela posta in testa al figlioletto.
La mela che fece cadere in tentazione  Adamo ed Eva e che comportò la perdita del paradiso terrestre per tutta l'umanità secondo la religione Cattolica.
Abbiamo scritto sul quaderno semplicemente:
"la mela di Biancaneve"  lasciando al racconto orale la spiegazione.
Altri esempi li trovate su Wikipedia alla voce mela

Piano matematico
Il nostro viaggio matematico con la mela inizia con la domanda "quanto è una mela intera?" I bambini hanno detto "E' una". Quindi abbiamo potuto affermare che una mela intera equivale a uno.
Abbiamo preso la mela divisa a meta e ho chiesto: "Quanto è?" Un bambino subito a detto: "Due..." ma la voce è restata sospesa perche mi ha visto unire le due metà e i conti non tornavano più. Tutti i bambini hanno prontamente aggiunto che "Una mela divisa sono due metà".
Allora abbiamo diviso le due metà. I bambini a quel punto hanno usato la parola "parti", senza suggerimenti e hanno concluso che se divido due metà ottengo quattro parti. "Se mangio un pezzo di mela ora quanto ne mangio? "Una parte di quattro parti!"
Abbiamo diviso le quattro parti e mentre dividevo ho chiesto "Quante parti ottengo stavolta?" "Il doppio di quattro cioè otto" è stata la  risposta ancora prima di aver diviso tutti i pezzi.
Ho chiesto ancora: "Cosa succede se continuo a dividere ancora? Di quanto aumenta ogni volta il numero delle mele?" (Intanto dividevo a metà le otto parti). Qualcuno ha risposto: "Ogni volta che dividiamo, i pezzi diventano il doppio".
Ottenuti i sedici pezzi ho chiesto: "Se mangio tre pezzetti, quanta mela ho mangiato e quanta ne rimane?" Risposta pronta "Tre pezzi di sedici e ne rimangono tredici parti di sedici!"
"E se mangio sedici pezzi quanta mela mangio?" "Una mela!"
Ultima domanda (a mio parere la più difficile) "Fino  che punto posso spingermi nella divisione? Una bambina mi fa "Fino a quando non vedi più le fettine!" "Cioè?" "All'infinito, perchè i numeri sono infiniti!"
A quel punto abbiamo mangiato ciascuno una fettina di mela.
Ogni tanto mentre osservavamo calcolavamo e tagliavamo, alla lavagna abbiamo scritto le nostre osservazioni, che hanno originato il testo con le affermazioni degli alunni:
La mela intera equivale a uno. Se la divido ottengo due metà, non ottengo due mele. Se divido le due metà ottengo quattro parti. Se ne mangio una parte, mangio una parte di quattro parti. Se continuo a dividere ogni pezzo di mela a metà il numero raddoppia ogni volta che divido. Se mangio tre parti di sedici rimangono tredici parti di sedici. Se mangio sedici parti di sedici ho mangiato una mela. Teoricamente posso dividere i pezzi all'infinito.
A questo punto abbiamo illustrato fino ad ottenere 16 fettine nel disegno, così
Gli alunni di seconda non conoscono le frazioni. Neppure quelli di scuola infanzia. Con le frazioni abbiamo a che fare ogni volta che dividiamo un'unità intera. Si può spiegare il concetto fin da piccolissimi e attendere per acquisire la relativa simbologia. Quello che invece conta sono le parole che usiamo. Se il linguaggio è pertinente sarà più facile dopo applicare il concetto.

Il nostro viaggio finisce qui, è stato tutto divertente, istruttivo, collaborativo, nessuno si è annoiato. Sicuramente è molto più noioso leggere questo post. La didattica delle relazioni, dell'ipertesto, del fare con le mani è molto più divertente e soprattutto i bambini non sono mai passivi perchè i ragionamenti li producono loro.
Chiaramente si tratta di spunti didattico/metodologici che poi ciascuno può sviluppare per infinite altre strade a seconda dei contesti.
Download attività: Dividere una mela e fare scienze, italiano e matematica.

Questo post partecipa al Carnevale della Matematica in onda su Divulgazione Scientifica Gravità Zero il 14 Aprile prossimo
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venerdì 9 aprile 2010

Filastrocca: Un anno è fatto di dodici mesi

Nella scuola Infanzia e nei primi anni della scuola Primaria  è d'obbligo parlare dei mesi, che servono a fornire riferimenti temporali sulla ciclicità del tempo.
Delle cose solamente spiegate poco rimane nella testa dei bambini, che invece hanno continuo bisogno di interagire, toccare e vedere. Possiamo prendere quindi due strade. Parlare di ciascun mese di volta in volta  e ci resterebbe un vuoto nelle vacanze estive, oppure farlo costruendoci un attività didattica che può proseguire anche durante le vacanze estive.

Realizzare un libretto dei mesi per la Primaria
Ad esempio la pubblicazione su Scuola da Colorare.it di tutti i mesi dell'anno da colorare mi ha dato l'idea per la costruzione di un libretto personale. A scuola possiamo completare i mesi del'anno scolastico e per ciascuno allegare dei disegni che illustrino le caratteristiche del mese, le ricorrenze, i compleanni ad esempio. Si possono inserire le produzioni della relativa stagione che li comprende. L'alunno può eventualmente colorare a casa i mesi di luglio e agosto, completando con i disegni delle cose belle che si fanno in estate. Può essere anche una buona idea per un simpatico compito da dare durante le vacanze estive.
Un attività di questo tipo completerebbe efficacemente i lavori di Storia e Geografia del biennio della scuola Primaria. L'importante è non lasciare l'utilizzo delle schede a se stante, ma renderlo funzionale ad una attività che ne comprenda una più ampia.

I mesi sul quaderno per scandire il passaggio dall'uno all'altro
Ad esempio i contenuti del quaderno di Scienze, Storia, Geografia e perchè no di Italiano possono essere scandite da una copertina ogni volta che il mese cambia. Con questo penso a tutti quei bambini che faticano a memorizzare i nomi dei mesi e che ritroverebbero sul quaderno riferimenti concreti.

Organizzare i disegni della scuola Infanzia con cadenza mensile
Nella scuola Infanzia oltre alla prima proposta sopra descritta, i bei disegni di Lorella Flamini possono essere utili anche per organizzare con un criterio mensile, la cartella degli alunni che porteranno a casa a fine anno. Sarà così visibile il progresso nel disegno dei bambini e l'evoluzione delle attività svolte.
Ciascun bambino può colorare mensilmente la copertina sotto il quale raccogliere la produzione mensile, che è possibile rilegare per la sua conservazione. A questo proposito ricordo che la data non va scritta dove il bambino ha disegnato ma sul retro assieme ad eventuali commenti del bambino stesso. Il disegno del bambino deve restare immacolato.
Eventuali osservazioni della maestra vanno fatte sempre a voce alta se sono positive, se sono negative vanno tenute per se, un disegno non è mai brutto o sbagliato.

Per concludere una filastrocca nuova di zecca che ha come tema l'anno, da stampare e incollare sul quaderno, da fare come dettato sui mesi, da ingrandire per stare in mezzo ai disegni dei bambini su un cartellone a parete:

Un anno è fatto di dodici mesi
Un anno è fatto di dodici mesi,
alcuni più lunghi ed altri più brevi.
Se a memoria li vuoi sapere
la filastrocca devi imparare.

" Trenta giorni ha novembre,
con april, giugno e settembre,
di ventotto ce n'è uno,
tutti gli altri ne han trentuno".

Ogni quattro l'anno è bisesto,
per qualcuno è il più funesto:
così febbraio ha un giorno in più
per fare  quello che vuoi tu!
(Rosalba 9/4/2010)
Cliccate sull'immagine per accedere al sito Scuola da Colorare e scaricare i disegni
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mercoledì 7 aprile 2010

World Health Day: Giornata Mondiale della Salute 7 Aprile 2010


Un giorno mi è stato chiesto da una collega come si fa a portare dentro la scuola l'attualità senza trascurare "la programmazione". Ho riflettuto un poco è le ho risposto che nelle attività didattiche da proporre a scuola possono entrare tutte le scoperte scientifiche, gli studi, gli eventi anche catastrofici e gli eventi come le Giornate Mondiali. Tutti spunti per riflessioni articolate su tematiche che stanno comunque dentro le programmazioni didattiche: salute, pace, disabilità, parità dei diritti, diritti umani solo per citarne alcuni sono ottime occasioni di confronto tra gli alunnni di qualsiasi età.
Oggi 7 aprile è la giornata Mondiale della Salute, il World Health Day, e quale occasione migliore per parlare di "star bene"...

Il tema della Giornata Mondiale della Salute di oggi sette aprile
Praticamente tutta la crescita della popolazione nei prossimi 30 anni si svolgerà nelle aree urbane, ciò indica che l'urbanizzazione è un fenomeno che non accenna a scomparire. L'urbanizzazione investe questioni come l'acqua, l'ambiente, la violenza, le malattie non trasmissibili e i loro fattori di rischio come l'uso di tabacco, le abitudini alimentari scorrette, l'inattività fisica, l'uso nocivo di alcol e i rischi associati ai focolai di malattia. I primi e più coinvolti sono i poveri e le nuove povertà sono in forte aumento proprio nelle aree urbanizzate. I pericoli concreti  sono l'aumento del rischio di violenza e alcune malattie croniche come la tubercolosi e HIV / AIDS. Le principali determinanti sociali della salute nel contesto urbano al di là di quello puramente medico comprendono le infrastrutture, l'accesso ai servizi sanitari e sociali, la governance locale, la distribuzione del reddito e delle opportunità in materia di istruzione. Ci sono soluzioni per affrontare le cause profonde dei problemi di salute urbana. Una città urbanisticamente organizzata può promuovere sane abitudini e  sicurezza attraverso l'investimento nel trasporto attivo, la progettazione di aree per l'attività fisica, l'adozione di regolamenti contro tabacco e per la sicurezza alimentare. Migliorare le condizioni di vita urbana nel settore degli alloggi, acqua e servizi igienico-sanitari avranno un impatto significativo nel ridurre i rischi per la salute. Una città che sia accessibile e inclusiva può migliorare la qualità della vita per tutte le età e potranno beneficiarne tutti gli abitanti.Queste misure non richiedono necessariamente maggiori risorse finanziarie, ma l'impegno di riorientare le risorse per investire in interventi prioritari, migliorando così l'efficienza.

Cosa possiamo fare a scuola in tema di World Health Day?
La giornata di oggi 7 Aprile 2010, ha come tema l'urbanizzazione in relazione alla salute, un tema che apre numerose proposte di lavoro anche con gli alunni a partire dalla scuola Infanzia con una semplice domanda "Cosa vorresti cambiare della tua città?". La stessa domanda è riproponibile agli alunni degli altri gradi scuola. Con la possiblità di scrivere una lettera al sindaco e chiedere, se non lo ha già fatto, l'adesione alla campagna di di Whorld Healt Day, che prevede l'organizzazione di momenti di rifflessione, convegni  nei luoghi pubblici, riunioni comunali, attività di pulizia degli spazi pubblici e la chiusura al traffico di determinate parti della città. Tutte attività che possono essere svolte nella settimana dal sette all'undici aprile.
Anche sollecitare le istituzioni è un dovere della scuola. La scuola è in realtà una "base sociale" e deve farsi sentire. Troppo spesso aspettiamo di cogliere noi gli eventi, dovremo  farci promotori di iniziativa attraverso la parola degli alunni.

Come si partecipa al World Health Day?
Sono i comuni che si organizzano con le iniziative descritte sopra, nel sito World Day Organization è possibile fare l'iscrizione e partecipare al movimento globale per rendere le città più sane: 1000cities 1000lives. Se il nostro comune non è tra quelli che aderiscono possiamo comunque nella scuola  farci promotori di un iniziativa anche con poche classi e ad esempio produrre un documento con suggerimenti da inviare poi al sindaco della città. Anche solo un attività di sensibilizzazione con gli alunni, che comporti una riflessione sulla gestione delle città e dei paesi serve a sollecitare le coscienza collettiva.
Gli alunni di oggi saranno i futuri govenanti e la formazione delle capacità di governo inizia fin da piccoli imparando a vedere i problemi e pansando alle possibili soluzioni. Un pieno obiettivo della scuola anche se poco rintracciabile nelle progettazioni didattiche.
E voi come genitori e insegnanti pensate che si debba iniziare da piccoli a formare le future classi dirigenti?

Risorse
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sabato 3 aprile 2010

Pasqua 2010: E' Pasqua

Auguri a tutti i lettori del blog un Serena e Buona Pasqua con questa brevissima poesia, dove spero ciascuno possa ritrovare il sentimento che meglio esprime le senzazioni della delicata stagione che ci avvolge, stagione non solo come periodo dell'anno, ma stagione della vita, stagione del periodo storico. Il ripensamento aiuta a comprendere. Il cambiamento è sempre ripensamento, nei pensieri e in natura. Ben venga allora. In un periodo in cui sembra vi siano solo certezze, il dubbio è l'unica vera certezza.

E' Pasqua

Ritorno
rinascita
rumore e silenzio.
Dubbio e certezza.
E' compimento dal mistero alla luce.
E' brezza e tempesta
freddo e calore
attesa e paura.
E' vita rinnovata
è pace cercata.
(Rosalba 3/4/2010)

Image of courtesy blog.libero.it/Cicala Parlante
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venerdì 2 aprile 2010

Giornata mondiale dell'autismo: la presenza in aula del bambino autistico

Si celebra oggi la giornata mondiale dell'autismo. Nella mia carriera non c'è stato un anno senza un alunno speciale. Sia nella scuola dell'Infanzia che attualmente nella scuola Primaria.
Li chiamo alunni speciali senza retorica, perchè nella mia esperienza di insegnante, dopo l'iniziale incomunicabilità dovuta alla totale inesperienza, (nè i libri nè i professori spiegano come stabilire relazioni significative con l'alunno autistico), con il tempo ho cominciato  a capire che quando in una classe frequenta un alunno autistico, si presenta un occasione irrinunciabile di crescita per alunni e docenti.

Saper comunicare
Il modo di guardare alla realtà dell'alunno autistico è qualcosa che dovremmo imparare tutti. Le loro fobie, le loro paure, le loro passioni, le loro fissazioni... eppure dietro tutto questo si celano persone dolcissime e sensibilissime, che faticano il doppio per esprimere i loro pensieri, per comunicare con i cosidetti "normodotati".
Al bambino autistico deve essere concesso, più che agli altri, l'ascolto empatico. Di fronte a lui vale mille volte il silenzo, lo sguardo e vale ancora di più il gesto accompagnato dalla voce del cuore. Egli capisce di noi più che dalle parole, da come ci muoviamo, dall'espressione del viso e da come pronunciamo le parole, dal tono della voce.
E' da loro che ho imparato le tecniche che uso con tutta la classe: far parlare il volto, le mani, il corpo per comunicare gioia, ilarità, approvazione, o al contrario disagio o disapprovazione; giocare con il tono della voce, imprimendo le emozioni non attraverso le parole, ma attraverso il modo con cui le pronuncio.
Da loro ho imparato che non occorre alzare la voce, a meno che non occorra fermare qualcuno in situazione di pericolo. Da loro ho imparato che i bambini anche quando ci sembrano "grandi" cercano il contatto fisico dell'abbraccio. Nella loro sensibilità sanno a chi chiederlo. Il bambino autustico sceglie con istinto notevole le persone con cui vuol comunicare ed evita le persone diffidenti.
Non sono indifesi per la loro condizione, è il "resto del mondo" che non comprendendo la loro natura, li teme e li evita.

Meno immagine e più relazioni vere
Man mano che si cresce si perde la capacità di esprimere con il corpo le emozioni. La cultura di oggi, che ha fatto dell'immagine il primo e più importate modo di presentarsi, sta lentamente cancellando ogni possibilità di espressione vera e significativa per l'individuo. Chi per esprimersi ha bisogno di corpo e gestualità si trova inevitabilmente fuori dal mondo della communicazione affidata più all'apparire che all'essere.
Ed infatti credo che i veri problemi per un alunno autistico cominciano dalla scuola Media, una volta schiusosi il guscio protettivo della scuola Primaria da sempre più attenta a tutti i linguaggi individuali.

Il progetto di vita
Credo che dovremo avere chiare in mente le opportunità di realizzazione per i nostri alunni partecipando "al loro progetto di vita": la scuola ne fa parte ed è giusto che ad esso si riferisca quando pianifica le proprie attività educative. Il progetto di vita di un alunno non è un problema suo e della sua famiglia, il progetto di vita è prima di tutto un fatto sociale. Ecco perchè la scuola non può sottrarsi alla sua parte nel momento in cui l'alunno frequenta.
E' un fatto di visioni, di pensare cosa ci sarà dopo. Il solo fatto veramente inclusivo che fa della permanenza a scuola non un fatto occasionale e fisico, ma l'attuazione di un progetto più ampio e condiviso.

Approfondimenti:
Disabili.com
Fondazione bambini e autismo
Autismo perchè Associazione genitori soggetti autistici solidali
Emergenza autismo
Genitori contro autismo
Speciale autismo
Autismo italia
Asssociazione nazionale genitori soggetti autistici
Autismo
Autismo parliamone
Autismo33
Image of courtesy Disabili. com
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