E' andata in onda lunedì sei la prima puntata di Hotel Patria condotto da Mario Calabresi su Rai Tre dedicata alla scuola, in particolare alla scuola Primaria. Abituati come siamo alla scuola dei disastri nei tg e nei talk show, la scuola del bullismo, delle riprese video a tradimento, della carta igienica comprata dalle famiglie, il programma stupisce per i toni, per la compostezza e per il racconto.
Il racconto del clima e dei volti veri. Di come si sta assieme, di come s'impara e di come si cresce. Sono i volti di chi la scuola la vive e la fa tutti i giorni. Quella scuola che nei tg non appare mai. Il vero volto della scuola. Nessun problema è negato bensì riportato all'essenzialità e alla capacità (grande) della scuola e dei suoi protagonisti, di fare di necessità virtù adattandosi e risolvendo al suo interno le difficoltà.
Temi come l'integrazione, le scuole che cambiano e che si estinguono vengono affrontati nel programma con il velo della malinconia suscitata dai bei ricordi e uno sguardo attentamente posato sulla qualità delle relazioni. Restituendo l'immagine vera della scuola, che la pessima informazione di questi anni ha cancellato. Un solo video di violenza mandato in rete ha rappresentato tutti gli studenti. Un solo insegnante dai modi brutali è diventato tutti gli insegnanti.
La trasmissione di Calabresi restituisce voce alla scuola in tv, la vera voce della scuola quella che non si è mai estinta. Che non urla e non usa toni propagandistici, intanto perchè sono incompatibili con il suo ruolo e perchè come si è detto più e più volte, il lavoro nelle aule è talmente impegnativo da non lasciare neppure il fiato per rispondere. La scuola lavora e prepara in silenzio. E' un silenzo cercato, fuori dai riflettori. La scuola che Hotel Patria ci ha mostrato senza luci puntate contro, delicatamente illuminata dal rispetto, per bambini, insegnanti e genitori, raccontata con l'umiltà di chi la scuola l'ha vissuta come un'opportunità per migliorare la propria vita.
Esattamente come fanno ancora milioni di alunni e studenti silenziosamente in Italia. E come sarà in futuro, nonostante tutto.
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