Oggi, mentre preparavo un po' di pagine (poche) di esercizi d'italiano da far eseguire agli alunni durante le vacanze, è arrivata a scuola una piccola delegazione di mamme, così: un po' per salutare e un po' per parlare, con la scusa che dovevano vedere gli esiti. Hanno aspettato che finissi di parlare con un'altra mamma e mi hanno circondato, come fanno di solito quando mi devono chiedere qualcosa, mi si mettono intorno e sorridono.
Subito sono passate alla carica chiedendomi quale futuro si prospetta per i loro piccolini che arriveranno in prima da qui a un anno. Hanno fatto i calcoli (facili peraltro) e hanno scoperto che io non potrò essere la maestra dei fratellini di tanti miei alunni, e che allo stato attuale non si capisce chi potrà essere. Però le ho rassicurate, non ci sarà modo di saperlo fino al momento fatidico dell'ingresso a scuola di questi giovani, perchè ormai nella scuola si sa tutto ora per ora. Piani, progetti e disegni non se ne possono fare.
Allora per farle felici e invitarle a godere di questi due anni che ci restano senza inutili ansie, ho detto loro che avevo pensato a delle cose carine da fare il prossimo anno anche con il coinvolgimento dei genitori. Ed è vero, ho pensato di fare un uscita collettiva nelle montagne qui intorno, ora che ci conosciamo bene e che i nostri ruoli sono caratterizzati da regole condivise.
Subito sono passate alla carica chiedendomi quale futuro si prospetta per i loro piccolini che arriveranno in prima da qui a un anno. Hanno fatto i calcoli (facili peraltro) e hanno scoperto che io non potrò essere la maestra dei fratellini di tanti miei alunni, e che allo stato attuale non si capisce chi potrà essere. Però le ho rassicurate, non ci sarà modo di saperlo fino al momento fatidico dell'ingresso a scuola di questi giovani, perchè ormai nella scuola si sa tutto ora per ora. Piani, progetti e disegni non se ne possono fare.
Allora per farle felici e invitarle a godere di questi due anni che ci restano senza inutili ansie, ho detto loro che avevo pensato a delle cose carine da fare il prossimo anno anche con il coinvolgimento dei genitori. Ed è vero, ho pensato di fare un uscita collettiva nelle montagne qui intorno, ora che ci conosciamo bene e che i nostri ruoli sono caratterizzati da regole condivise.
Poi abbiamo parlato della scuola media e di come vorrebbero ancora la classe tutta unita, e io ho raccontato loro del pianto che mi feci oltre dieci anni fa mentre prendevo mia figlia dalla scuola elementare l'ultimo giorno di scuola, delle mie paure e di come si rivelarono non paure ma incubi, salvo poi tornare a sperare, senza mai essermi arresa, durante la scuola superiore e capire infine, che molti ragazzi arrivano ad apprezzare lo studio con calma, che è importante non arrendersi ma essere tenaci e non demordere mai. Perchè c'è proprio un'età in cui i figli non capiscono o meglio non gli frega nulla della scuola e io penso che non lo facciano nemmeno apposta.
Io credo (anzi lo so di sicuro perchè di me lo ricordo bene) che è così difficile convivere con il cambiamento del proprio corpo, il rimodellamento dell'identità personale che lo studio è l'ultimo dei pensieri dei ragazzi della scuola media.
Senza contare la profonda discrepanza tra scuola media e scuola primaria, ma a quello ho detto che bisogna prepararli, occorre fortificarli e renderli impermeabili verso alcune cose e più suscettibili in altre. Occorre imparare ad accettare il cambiamento e non volerlo controllare a tutti i costi.
Vigilare senza assillare, eterea presenza, la nostra di genitori, allertata nei cinque sensi al completo.
Ho detto loro queste cose, ripassando mentalmente ciò che ho imparato durante le lezioni (e anche le legnate) di mamma poi e di adolescente prima, che la vita mi ha impartito. Non possono valere per tutti, ma siccome le nostre vite si somigliano tutte, e di questo mi convinco sempre di più, su questo credo che dobbiamo confrontarci.
Poi sono tornata in aula, sembra un campo di battaglia, pieno di cose finite, di cose da finire, di progetti iniziati e di idee a metà. Di cose da impacchettare perchè dobbiamo cambiare aula. E mi sono detta, guardando cose che non finiremo mai perchè abbiamo scelto di farne altre, che per aiutare i figli nel progetto di vita occorre non averlo un progetto, o meglio avere un progetto così flessibile da essere aperto a tutte le evenienze.
E per me ci vorrebbe una scatola per mettere via già da ora i ricordi, che molti come questo di questa soleggiata mattina di giugno non me lo voglio proprio dimenticare.
5 riflessioni:
Che bel post... farò tesoro di quello che dici!
i tuoi pensieri sono utili x riflettere,tante volte mi ritrovo nelle tue idee.grazie:D
Grazie ad entrambe!
Non ho questi problemi,per ora o ..non più.Li ho avuti,come tutti,per i figli e poi ero molto vicina a scuola e insegnanti,per altri motivi ed ho avuto modo di seguire ansie e trepidazioni di genitori ma anche insegnanti,per ottimizzare i risultati di una scuola ballerina.
Chissà quanti bei ricordi hai da conservare,ti basterà una scatola?
Un cordiale saluto e tanta simpata.Ti leggo anche se non sempre lascio commenti.
Ciao Chicchina, grazie di essere sempre presente e il calore che viene da voi lettori si sente sempre :) non credo che basterà una scatola. Per una vita da maestra ci vuole una casa intera per mettere via i ricordi.
Un caro saluto
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