E' giusto che nelle grandi testate trovino posto le notizie di rilevanza nazionale e che nei blog, più o meno piccoli, le notizie invece si riferiscano alla quotidianità.
E io credo che questo è l'aspetto migliore dei blog, almeno di quelli che raccontano, far conoscere le piccole storie che appartengono alla moltitudine e che gli scandali, la corruzione, che apparentemente permeano tutto, sono di una cerchia (sempre troppo grande s'intende) ma neppure così estesa.
E io credo che questo è l'aspetto migliore dei blog, almeno di quelli che raccontano, far conoscere le piccole storie che appartengono alla moltitudine e che gli scandali, la corruzione, che apparentemente permeano tutto, sono di una cerchia (sempre troppo grande s'intende) ma neppure così estesa.
Le storie quotidiane non si trovano scritte a grandi caratteri, perchè appunto, non fanno notizia, ma quando si conoscono, si ascoltano o si leggono restituiscono la speranza o forse per meglio dire ci ricordano, come doverosamente deve accadere, che sono le piccole notizie il carattere vero di un paese, perchè sono la trama reale dell'esistenza.
Ieri ho incontrato una mia amica, meglio dire ex però, perché non ci frequentiamo da quasi quindici anni. Ci siamo frequentate quando le nostre bambine erano piccole, poi come spesso accade ognuno ha continuato la sua vita. Praticamente ci siamo scontrate di fronte allo scaffale in un negozio di scarpe e così mentre provavamo le stesse scarpe, come se il tempo non fosse passato per nulla, mi ha raccontato della figlia più grande, che a suo tempo è stata anche mia alunna.
Ora quella bimba è una ragazza di ventiquattro anni, ha studiato scienze della formazione, ha conseguito anche il titolo per il sostegno e, udite udite, le hanno conferito l'incarico annuale per il sostegno.
Ho pronunciato sotto voce gustandomi ogni lettera "Martina è diventata maestra...", ho sentito la pelle sollevarsi in un brivido di gioia. Certo ha cambiato provincia, ma a ventiquattro anni cambiare provincia è il minimo che può capitare, si è comprata una macchina usata e viaggia nei fine settimana.
Io spero che faccia questo lavoro con passione, come ho detto alla sua mamma, ricordandomi che anche io ho cominciato a quell'età.
Ci siamo salutate, ciascuna con in mano la busta dell'acquisto, lei mi ha guardato commossa e ci siamo abbracciate. Questa per me era la notizia del giorno. No, non si trova nelle grandi testate, ma ogni tanto dovremmo leggere anche lì che succede ancora a qualche giovane di trovare lavoro e di fare quello che apparentemente tutti dicono di non voler più fare: l'insegnante.
I credit dell'immagine, la simpatica Maestra Margherita, sono di Nicoletta Costa
2 riflessioni:
Bello il racconto della tua emozione, Rosalba, bella sempre l'emozione!
Quanto al lavoro che -forse- nessuno vuol più fare: forse, infatti; molti vorrebbero farlo ma ormai diventa difficile poterlo fare. Ci sarebbe da discutere però sulla passione!
E tuttavia anche noi che, presumibilmente, lo abbiamo fatto da tanti anni con passione, ci si ritrova a sconsigliarlo, ad augurare 'altro'. Dico noi, a me succede! Saranno le troppe cose che nella Scuola non vanno, sarà la scarsa considerazione in cui essa è tenuta, sarà solo lo sconforto che a volte ci prende... Oh, lo so lo so che poi, quando siamo con i ragazzi questi problemi li dimentichiamo e lottiamo, andiamo avanti, ci spendiamo tutte le nostre energie, ma, ma, se proprio devo augurare ... :-)
ciao, Rosalba
g
Giovanna più che altro la scarsa considerazione ecco. Però io credo che vale un po' per tutti i lavori anche i medici, gli ingegneri... E' una caratteristica di questi ultimi tempi, il depauperamento del sinificato dei lavori, l'essere ritenuti relativamente inutili e sostituibili. Se ciò è vero per le persone non lo è per i lavori come quello degli insegnanti o dei medici tanto per fare un esempio.
a presto
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