Alla scuola Primaria la chimica non si chiama chimica.
E da quando ci siamo convinti che le cose s'imparano facendole, cioè attraverso l'esperienza diretta e non solo per sentito dire, come semplici spettatori, le nostre aule si sono attrezzate rubando alla cucina una varietà di utensili e di sostanze.
E quante volte abbiamo fatto riferimento, durante le spiegazioni, proprio all'osservazione di ciò che accade in cucina?
Il vapore che sale da una pentola con l'acqua in ebollizione e si deposita sulle pareti e i vetri. Il pane o la pizza che lievitano, una crema che s'addensa con la farina, l'aggiunta del limone nel latte per errore... Che dire poi del succo di cavolo nero per le cartine di tornasole, da usare dopo per scoprire se un prodotto è acido o basico.
Incredibile quanta chimica si trovi in cucina. Sempre che ci sia la passione per la scoperta e la voglia di seguire i bambini con la necessaria prudenza.
E per iniziare in allegria una filastrocca da leggere tutti insieme:
Chi, mi... ca?
Se la chimica vuoi imparare
devi essere disposto a sperimentare.
Cerca in cucina ciò che ti serve
prepara una lista, seppur breve:
sale e zucchero per la soluzione,
farina e caffè per la sospensione.
Prendi il colino per filtrare
ti serve il pestello per sminuzzare.
Bicarbonato, aceto e limone:
no, non faremo una pozione.
Fai bollire del cavolo nero,
estrai il succo per intero,
acidi e basi imparerai,
e per i detersivi saranno guai.
La chimica in casa è divertente,
ci gioca anche chi non ne sa niente:
miscela, sminuzza, filtra, gira,
dividi, mischia, aggiungi e separa.
Misura tutto sottovoce
e usa bene il contagocce.
Non c'è formula da pronunciare:
solo da scrivere e osservare.
Rosalba
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