Allo squillo della campana entriamo un po' in fila e un po' alla spicciolata: in fila quelli che arrivano in orario e gli altri a seguire. Cerchiamo di mantenerci in ordine nelle scale, nonostante il peso degli zaini e per me dei soliti libri che mi occorrono per la lezione.
Cammino in mezzo ai bambini durante quel breve tragitto che ci separa dall'aula e di solito scambiamo qualche battuta fugace. Ieri mattina un alunno mi ha detto "Ti ho visto su Facebook", "Sei su Facebook?" ho chiesto, lui ha annuito con il capo e io ridendo gli ho detto "Non osare chiedermi l'amicizia!".
In aula ci siamo messi subito a lavoro, questo è il periodo migliore, né caldo, né freddo, e siamo tutti ancora abbastanza riposati.
Stiamo imparando la punteggiatura, sempre con il nostro solito metodo: un po' se ne parla a voce, scriviamo la parte riguardante le regole, poi qualche esercizio o sul libro o alla lavagna. Prima di chiudere l'argomento faccio un veloce riepilogo di ciò che non devono dimenticare e che interrogherò alla prima verifica utile.
E' stato sul finire della mattinata, seduta sulla mia sedia proprio di fronte a loro, mentre si parlava dei punti di sospensione, che mi sono venute in mente le parole scambiate nelle scale.
Allora ho detto, dando retta all'istinto, che sono ben consapevole che questo è il periodo per loro dell'avvicinamento ai social, dei messaggi sul telefonino, (lo so già che in quinta lo avranno tutti ahinoi), ho detto anche che ciò dovrebbe avvenire quando sono più grandi, ma che d'altronde sono scelte famigliari.
Ho aggiunto che c'è una cosa veramente disturbante che avviene con l'uso di questi mezzi di comunicazione: l'insopportabile utilizzo di una punteggiatura scomposta, fatta di innumerevoli puntini di sospensione, di punti esclamativi a ripetizione, di ondate d'interrogativi o peggio ancora dell'uso del maiuscolo per tutto il testo.
Ho detto loro che non c'è proprio bisogno di enfatizzare e di rimarcare mentre si scrive sul web o sul telefono, che anzi è proprio sconveniente quest'uso accentuato dei simboli che rappresentano il tono della voce, come imparato poc'anzi.
Ho aggiunto, terminando, che bisogna mantenere sempre la compostezza della grammatica, che anche su Internet è segno di buona educazione e rispetto, in questo senso è più perdonabile un errore di ortografia, una svista purchè non voluti, che non l'utilizzo, come fosse un'arma impropria, della punteggiatura.
Hanno annuito tutti sorridendo e silenziosamente ho sperato che non fosse un assenso di circostanza.
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