Oggi si parlava del ciclo dell'acqua ed è stato logico finire a parlare del disastro accaduto in questi giorni in diverse parti d'Italia.
A un certo punto un'alunna ha chiesto "Maestra ci puoi spiegare esattamente perché è accaduto tutto questo?"
Allora ho spiegato a parole semplici delle abbondanti piogge, sicuramente dovute ad un cambiamento del clima, anche se questi fenomeni si sono sempre verificati nella storia, ho sottolineato che l'incuria umana verso il territorio favorisce questi eventi dalla portata disastrosa... E un alunno ha aggiunto: "E' stato un vero e proprio tsunami". Ho sgranato gli occhi, perchè dello tsunami avevamo parlato diffusamente in occasione del terremoto in Giappone, una bambina anticipandomi prontamente è intervenuta ricordando a tutti che il maremoto si origina dai terremoti.
Ed ho sgranato gli occhi per un motivo che ai bambini non ho detto, le stesse parole sono state riportate dal sindaco di Genova per descrivere le proporzioni della catastrofe, e i servizi giornalistici hanno fatto da cassa di risonanza di questa infelice espressione in ogni loro resoconto.
Le parole sono importanti così come lo sono i nomi che indicano fatti specifici. E i bambini ascoltano, e mentre ascoltano imparano e si confondono le idee, le rappresentazioni, ancora fragili, che a fatica si costruiscono dei fenomeni.
Ho dovuto rimediare al danno spiegando ancora.
Continuo a chiedermi se non sia meglio una scuola che lascia fuori l'attualità, che lascia ai genitori il compito di rimediare alla confusione che i bambini inevitabilmente fanno di fronte ad un'informazione caciarona e superficiale a cui espongono i loro figli.
E qualche volta penso che lo meriterebbero.
E qualche volta penso che lo meriterebbero.
Sul sindaco di Genova, sulle sue improbabili descrizioni e sul piglio arrogante che è venuto fuori nelle immagini televisive, forse anche per difendersi dagli attacchi, non resta che tacere.
2 riflessioni:
maestra: s parole semplici (con parole semplici)
i bambini capiscono (se viene detto)che le parole hanno il significato letterale che indica esattamente di che cosa si tratta, e che a volte tsunami per esempio indica un grande disastro (non si danno giudizi su un sindaco per averlo visto in circostanze particolari, altrimenti leggendo certe cose che si può dire di maestre che non sanno scrivere in italiano, ma vogliono insegnarlo ad altri?)
Il linguaggio, caro anonimo, (il coraggio di firmare, no eh?) è volutamente discorsivo, attiene al mio modo di raccontare. Non si tratta di una lezione d'italiano, quelle non le facciamo nemmeno a scuola trattandosi di bambini di scuola primaria.
Per quanto riguarda il sindaco, lungi da me giudicarlo, anche perchè mai mi sarei voluta trovare nei suoi panni e francamente non lo auguro a nessuno, non fosse altro perché vorrebbe dire la presenza di altri disastri, ho osservato, e tanti come me, ciò che la televisione ha trasmesso e raccontanto mentre parlava con la gente in strada.
Per quel che riguarda i bambini: capiscono, quando capiscono, altrimenti associano e si confondono.
Per il resto la grammatica del commento si commenta da sé, gentile Anonimo :-)
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