Se c'è un aspetto della didattica che ho sempre curato particolarmente è quello sulla comunicazione, sui modi coi quali ci rivolgiamo agli altri. Non ho mai permesso a nessuno di eccedere nelle risposte e nei toni e io stessa mi sono eticamente messa il problema dell'esempio, dei modi che prima di esigere occorre usare. Di ciò ho fatto una questione essenziale ed esistenziale del mio modo di essere insegnante.
Nella scala gerarchica penso che allo stesso modo debbano operare con uguale criterio, consapevoli che stanno veicolando un esempio, quindi coi modi che a questo ruolo si addicono, il mio Dirigente Scolastico, il Dirigente provinciale, quello Regionale e infine il Ministro.
Ecco perché l'esempio usato dal Ministro Profumo del "bastone e della carota" non è solo un semplice esempio sbagliato, perché tratta tutti indifferentemente come una massa di pecoroni, ma è proprio un atto irrispettoso e irriguardoso, oserei dire quasi di ineducazione. E poco importa se rivolto in generale agli italiani, solo agli studenti o esclusivamente ai docenti.
Non importa neppure se il bastone è lo stesso sventolato in piazza la settimana scorsa sulla testa degli studenti. Importa, anzi è parecchio offensiva, l'idea che si possa ammansire o minacciare a seconda delle circostanze o a seconda del provvedimento da far digerire.
So bene di essere io quella che sbaglia e che in una comunicazione fatta a chi la spara più grossa, in continuità manco a dirlo con il precedente ministero, siamo ormai in pochi ad ancorarci alle buone maniere, e mi vergogno tantissimo a dover richiamare l'attenzione su un mero fatto educativo, che impallidisce al confronto di ciò che alla scuola si prospetta ulteriormente, dopo la promessa della fine dei tagli fatta all'inizio di questo governo tecnico.
Il ministro ci blandisce (immagino si tratti della carota) con questa iniziativa "Porta a scuola il tuo sogno" e allora scriverò al Ministro per portare il mio sogno: chiedere il rispetto degli studenti, dei lavoratori della scuola e degli Italiani prima di tutto attraverso il linguaggio.
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