di Maestra Rosalba

domenica 11 novembre 2012

Organi collegiali, hanno ancora senso?

Oggi in parecchie scuole Italiane si vota per il rinnovo dei Consigli d'Istituto, come tanti docenti e genitori sarò volontariamente impegnata nel presiedere un seggio elettorale. 
Stamani mi è venuto da pensare se tutto questo ha ancora senso, se davvero è ancora possibile un esercizio di rappresentanza di insegnanti, personale ATA, genitori e studenti nell'organo che dovrebbe dettare le linee generali d'indirizzo e di funzionamento della scuola. E a dirla tutta anche i Dirigenti Scolastici che lo presiedono di diritto mi paiono parecchio esautorati dal loro ruolo, perché quando non ci sono i denari per l'acquisto dei materiali indispensabili, quando le scuole sono luoghi insicuri, quando il personale è allo sbando costantemente dilaniato tra un taglio di posti e una riforma, è difficile che le diverse componenti possano stare insieme e collaborare, perseguendo una politica comune o un confronto sereno.
La partecipazione agli organi collegiali, se si escludono i primi anni di ubriacatura, quando tutto ciò sembrava una conquista di democrazia partecipata, sono decenni che si trascina stancamente. Formare una lista per una qualsiasi componente è impresa ardua e in alcuni casi ci sono intere componenti che da anni non vedono neppure una lista a loro nome. 
Poi il classico tutto italiano di quelli che non hanno mai tempo, neppure un giorno (che poi si recupera) da stare al seggio, che sotto sotto pensano che lo debba fare chi ricopre altri ruoli, in fondo pensano che chi lo fa o ha qualche interesse nascosto o ha tempo da perdere, e malignamente perfino che gli piace mettersi in mostra, pensano che la gestione della scuola alla base non li riguardi, perché loro stanno dall'altra parte, come se poi il Consiglio d'Istituto non fosse al servizio di tutti, visto che quando non c'è l'Istituzione Scolastica viene commissariata con conseguente danno collettivo. A onor del vero c'è anche chi ha partecipato una volta, rimanendone deluso e ciò è perfino comprensibile, perché di fatto la scuola dell'Autonomia si è infranta contro i dimensionamenti di spesa e di personale, rendendo nulla la capacità delle Istituzioni Scolastiche di determinarsi in modo autonomo. 
Ecco magari una volta nella propria carriera, di genitori, studenti e lavoratori si dovrebbe partecipare, non dico di farlo a vita ma se tutti almeno una volta vi partecipassero forse il compito risulterebbe meno gravoso per tutti.

Certo oggi come oggi apparentemente non rimane nessun motivo valido per partecipare, se non fosse così necessario proprio ora stringersi intorno alla scuola in evidente stato di collasso e provare anche da lì, dagli organi collegiali, a ricostruire e rimettere in sieme i pezzi di ciò che è rimasto. Certamente nessuno può essere tirato per i capelli ma a non partecipare almeno con il voto ai pochi temerari che ancora si candidano si perde il diritto di lamentarsi.



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2 riflessioni:

V1MB il 11 novembre 2012 alle ore 22:11 ha detto...

Il tuo post porta una riflessione fondamentale.
Sono tra quelli che hanno creduto di dare il proprio contributo, come genitore, nonostante tutto. Ma il prezzo è ormai troppo alto da pagare: gli altri genitori che non fanno nulla e appena uno propone qualcosa sono pronti a dargli addosso. Il dirigente scolastico che vuole accontentare tutti e così non accontenta nessuno, mettendo pure di mezzo i suoi stessi insegnanti. Il Consiglio di Circolo che resta un campo di battaglia in una guerra tra poveri: la nostra scuola in 2 anni è stata annientata in tutte le caratteristiche che era riuscita a preservare, resistendo. Ho rinunciato, amareggiata. Forse ho sbagliato, ma ci soffrivo troppo.

Rosalba il 12 novembre 2012 alle ore 06:57 ha detto...

Non hai sbagliato quando l'esperienza cessa di essere positiva è meglio ritirarsi. Sono convinta che ci sono anche altri modi per partecipare alla vita della scuola, collaborando ad esempio con un atteggiamento positivo e costruttivo nelle altre occasioni che di vita scolastica.

 

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