Fra qualche giorno inizieranno le iscrizioni, che per noi insegnanti segnano l'anno ormai inoltrato, il periodo in cui si comincia a percepire che ci avviamo a un buon punto, ancora un po' e si prenderà la discesa, intesa come tempo mancante non certo come incombenze finite.
La novità di quest'anno è che le iscrizioni si faranno online, una volta ottenuto il codice meccanografico della scuola pare che sia un lavoro facile da sbrigare.
Internet è più presente nella case di quanto non si pensi, nella mia classe, ad esempio, su diciotto alunni solo due non lo hanno. Ai genitori che chiedono come funzionerà spiego che non sarà più difficile di un acquisto in rete, che il problema non è compilare il format, quanto il fatto che tutti si accalcheranno il primo giorno a iscrivere i propri pargoli e potrebbe esserci qualche difficoltà negli accessi. Non sarebbe la prima volta che accade. Ci vorrà un po' di pazienza e ritentare.
Ieri mentre spiegavo ciò a un genitore, ho pensato che tutto questo non farà innovazione nella scuola in quanto a didattica, ma è più educativo di tante spiegazioni: perché mette di fronte alle necessità obbligandoci a provare, contribuirà a creare le condizioni per cui sempre più persone accederanno a internet, non solo per la scuola, e segretamente, spero, non solo per facebook.
Ho pensato a quanto siamo in ritardo su questo fronte, a quanti soldi sono stati buttati via in formazione dei docenti e del personale, quando sarebbe stato sufficiente digitalizzare tutto già dieci anni fa: stipendi, domande online, circolari, ad esempio. Oggi molti più docenti userebbero il computer nella didattica e forse non ci sarebbe neppure questo spossante dibattito circa le meraviglie della didattica digitale: è che a furia di farla in pochi se n'è fatto una specie di personaggio mitologico, attribuendogli poteri, che nemmeno Superpippo.
Mentre noi si faceva i corsi di formazione a persone che nei fatti si dichiaravano interessate, queste non si davano la pena di usare null'altro che non fosse carta, penna e fotocopia, anzi fino a ieri l'altro hanno continuato a chiedere persino lo statino cartaceo, la cui morte è stata decretata non più di un anno o due fa.
Ora più per necessità che per scelta a dire il vero, le circolari in cartaceo sono sempre meno, volenti o nolenti tocca aprire la mail, visto che molte comunicazioni passano tramite lei, se si vuole consultare lo statino bisogna aprire la pagina sugli stipendi, se si vuole fare un'istanza la si deve fare online. Con il risultato che, piaccia o non piaccia, il computer lo si deve accendere e usare. E tutto questo, come per i genitori di cui sopra è fortemente educativo, ma infinitamente di più dei corsi online Indire, e ora che servirebbe farli per parlare e fare didattica e metodologia, ma quella vera che in molti si sono dimenticati, gettando via il bambino insieme ai ritagli di fotocopie, non si fanno più.
Quei corsi che anche agli insegnanti sono stati presentati come "imparare facendo" erano invece "imparare astraendo", perché una buona didattica è già difficile quando se ne capiscono le finalità, figuriamoci cosa significava, e significa ancora, per un docente che del computer non ha ancora inteso lo scopo.
Ora che siamo costretti a usarlo secondo me la finalità cominceremo a percepirla meglio. I fatti come sempre educano assai meglio delle parole, vale per tutti anche per gli adulti.
La foto viene da qui
venerdì 18 gennaio 2013
In principio ci fu la formazione online, poi arrivò la digitalizzazione.
Di Rosalba
| ore: 16:52 |
Categoria :
Educazione,
Web
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