Un giorno arriva il fatidico momento in cui si comincia con le quattro operazioni, si comincia sempre dall'addizione, o il "più" come dicono ancora i bambini di prima, non prima di aver familiarizzato bene con i numeri almeno fino al nove e giocato un po' avanti e indietro per unire simbolo a quantità. Non si tratta solamente di eseguire le operazioni ma anche di focalizzare sui concetti, non per nulla si insiste anche sul vocabolario, ad esempio s'impara a dire "addizione" ma anche unire, sommare. Sono concetti che vanno rispolverati ogni giorno perché nel bambino deve formarsi l'automatismo simbolo ---> operazione.
Così oggi ho chiesto di indicarmi cosa significa il segno più, da me scritto alla lavagna, una bambina ha alzato la mano e mi ha detto che significa "mischiare". Mi sono un secondo immobilizzata, perché per me è automatico: l'addizione non è un miscuglio, ma nell'esperienza dei bambini potrebbe essere che mischiare sia aggiungere. E tutto torna se li pensiamo in cucina che osservano un genitore ai fornelli, il verbo mischiare è usato come sinonimo per aggiungere un ingrediente, oppure mentre stanno a giocare in giardino e mischiano la terra con l'acqua, ed è evidente che uno dei due "ingredienti" viene prima aggiunto, ma è altrettanto evidente che il risultato sarà una somma, certamente non nei termini che ci serve per far capire l'addizione agli alunni.
Allora è bene prendere dell'acqua e dello zucchero e mischiarli, prendere delle mele e "mischiarle", il risultato è lo stesso? Eppure abbiamo aggiunto qualcosa in entrambi i casi. Eppoi c'è chi viene a dire che lo stadio pre-operatorio è passato di moda, ohibò. Mi pare ci sia abbastanza materiale su cui riflettere e giocare. Ah dimenticavo si possono anche mischiare le carte, anche quello è un buon modo per spiegare la differenza.